FOOD

Un uovo,tra l’analogico e il digitale

 

 

Qualche anno fa, il tema di un esame universitario di antropologia riportava: ‘Tra analogico e digitale’.

Per me fu subito panico, immaginavo la paranoia che ne sarebbe derivata da un tema che solo il titolo mi metteva angoscia.

Mi balenavano in mente argomenti di digitalizzazione, pc e tutti quegli ingranaggi moderni  che nemmeno oggi mi appartengono.

Probabilmente, anzi, certamente, non ne avevo lontanamente compreso l’argomento che avremmo trattato, dico solo che, tutt’oggi è uno dei pochi esami che ricordo con entusiasmo.

Lo studio si muoveva sull’analisi del cambiamento e differenze di alcune culture.In modo particolare tra quelle che ancora vivono in piccole comunità e interagiscono attivamente tra loro, conseguendone atteggiamenti di socializzazione e condivisione.

Tutto questo rientrava nelle comunità definite analogiche, dove i rapporti erano soprattutto quelli di vicinato, di cooperazione diretta, dove il materiale, fattibile e pragmatico erano all’ordine del concetto.

Poi vi era la comunità digitale, quella urbana, sviluppata nelle grandi città, questa una comunità differente dove tutto è scandito da un tempo fatto di numeri e non di spazio, dove interagire tra persone avviene con mezzi diversi dalla parola…

dove insomma se hai bisogno delle uova alle 21,00 di sera non bussi alla Signora Maria che è al nono piano e le chiedi : ‘ Ciao, Maria, me le passi 2 uova?’

L’analisi di queste due tipologie di comunità metteva in risalto di come non solo la modernizzazione e tutti gli altri fattori avessero contribuito al cambiamento di comportamenti all’interno del gruppo, ma come anche le disposizioni urbanistiche avessero dato il loro contributo.

Nelle strutture che si sviluppano orizzontalmente (case dei piccoli paesi o dei centri storici),  i rapporti di vicinato sono fondamentali,  tutto avviene per passaparola, in queste dinamiche ritroviamo la comunità analogica. Al contrario nei palazzi alti, nei grattacieli, interazioni e scambi avvengono tramite trasporto e digitalizzazione.

 

 

Non mi dilungo oltre su questo argomento, ma rivedevo in quelle letture i racconti sentiti da bambina, una comunità che avevo vissuto da piccola e che mi apparteneva.

Dei tempi del post guerra quando non c’era cibo, non c’era nulla e il vicino di casa (anche colui che non era legato da rapporti di parentela) aiutava.Una condizione quasi necessaria per la sopravvivenza.

Da piccola ho vissuto la casa di mia nonna che era al piano strada e molte volte volte avveniva che servisse qualcosa e mi mandava dalla Signora Licia. Con il vicino si divideva gioia e dispiacere, le porte delle case  sempre semi socchiuse, pronte ad accogliere un saluto, un aiuto, una chiacchiera, una notizia.

Sulla scia di queste memorie e della certezza di appartenere per metà alla comunità analogica, vi propongo un piatto che mia nonna preparò dopo avermi mandato dalla Signora Licia a recuperare quell’uovo che mancava per il pranzo del giorno.

Una ricetta che sa di Lucania, condivisione, semplicità e amore.

 

 

‘CIALLEDD’ DI UOVO E CIPOLLA

Lo so, chi non ama la cipolla muoverà un pò il musetto, ma assicuro che per questa ricetta non se ne può fare a meno.

Il consiglio è di utilizzare la sponsale, difficile da trovare in molte regioni, ma se riuscite, noterete la differenza.

 

INGREDIENTI

  • 300 g di Sponsale
  • 4 uova bio
  • 250 g pomodorini datterino
  •  2 cucchiai di salsa di pomodoro
  • olio evo, sale, peperoncino qb
  • erba cipollina qb
  • 200 g di pane raffermo ( 4 fette da 50 g)

PREPARAZIONE 

  • Pulite la sponsale, lavatela e tagliatela di lungo a strisce.
  • Scaldate una buona dose di olio evo in padella e lasciate cuocere dolcemente la sponsale.
  • Non appena si sarà ammorbidita unite i pomodorini lavati e tagliati in due e la salsa.
  • Aggiustate di sale e peperoncino coprite con un coperchio e lasciate cuocere per 15 min.
  • Trascorso questo tempo create dei piccoli crateri all’ interno della salsa e adagiate le uova che dovranno prendere calore,prestando attenzione a  lasciar morbido il tuorlo.
  • Mentre le uova cuociono, tostate il pane su di una griglia.
  • In pochi minuti le uova saranno cotte..pronti ad impiattare?
  • In una terrina adagiate il pane tostato, adagiate parte della salsa e un uovo a testa.
  • Finite con dell’erba cipollina e servite ben caldo.

2 Comments

  1. Bellissima ricetta Amica mia ma… 1) cos’è la sponsale (deduco un tipo di erba) 2) In Brianza si trova? 3) Cosa si può usare in alternativa? Grazie

    1. tesoro chissà quante volte l’avrai mangiata dalla mamma.Fa parte della famiglia delle cipolle.Infatti è molto comune in Basilicata e Puglia ..ma so che è molto usata anche in Emilia e Friuli.In alternativa potresti usare il cipollotto/cipolla fresca…buona cenaaa

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