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FOOD

lemon curd piove, da un albero di limoni

 

Qualche anno fa un albero di limoni del giardino dei miei suoceri produsse limoni in quantità smisurata, forse la posizione favorevole o l’acqua che aveva ricevuto, fece venir fuori limoni, come piovessero dal cielo.

Fu in quell’occasione che pur di non perderne nemmeno uno iniziai a scoprirne ricette  di diversa provenienza, usi diversi del limone e le sue caratterisiche.

Rinomate sono i suoi straordinari benefici dalle proprietà depurative.

Il suo succo, se accompagnato da acqua tiepida favorisce la digestione, aiuta a mantenere pulita la pelle, depura il fegato, previene raffreddori, bilancia il ph dell’organismo, rinfresca l’alito e poi ancora elimina i cattivi odori dalle mani, se accompagnato da miele calma tosse e mal di gola.

Di tanto in tanto alle mie creme di bellezza, alterno questo rimedio naturale per lo scrub viso:

Un cucchiaino di olio evo

Un cucchiaino di limone

                   Un cucchiaino di zucchero di canna

Lo massaggio delicatamente sulla pelle e mi ritrovo un incarnato liscio, tonico e pulito.

Il limone è anche un ottimo alleato per la pulizia del rame, avendo una bella serie di pentole che uso per le mie ricette, trovo che il succo di limone sia un’ ottima alternativa ai prodotti chimici.

 

 

Bene, detto questo, passerei alla descrizione della mia ricetta del cuore a base di questo preziosissimo agrume.Suggerisco, per chi non avesse alberi di limone di proprietà, di utilizzare sempre quelli biologici, in modo da poter sfruttare anche e sopratutto la sua scorza che trovo sia perfetta in tutte le ricette, dal dolce al salato, dagli  aperitivi ai secondi.

Ricetta di origine anglosassone, la lemon curd è una crema dal gusto intenso di limone. La si può accompagnare con del pane, consumata al mattino per la colazione, ottima con le frolle, di solito la preferisco in doppia frolla e cotta in forno.

Questa che vedete in foto è  in frolla monoporzione, trovo sia ideale per le cene dove ci sono tanti ospiti, sicuramente si presenta molto invitante.

 

 

LEMON CURD

Per questa ricetta semplice e veloce avete bisogno solo di 4 ingredienti e devono essere di ottima qualità. Limoni non trattati, uova di allevamento a terra, se possibile  bio e il burro di ottima qualità.Io ho utilizzato quello del caseificio Calò di Santeramo in colle, azienda che lavora il latte dal 1936.

La lemon curd puo’ essere conservata sino a dieci giorni in frigo in vasi sterilizzati.

 

INGREDIENTI

  • 3 Limoni bio
  • 2 Uova
  • 50 g d burro
  • 100 g di zucchero

PER LA RICETTA DELLA FROLLA VEDI RICETTA   IL TEMPO DELLE MELE, PARTE I

PREPARAZIONE

  • Lavate i limoni e grattugiate la scorza, solo la parte gialla, altrimenti risulterà amara e spremeteli (eliminate eventuali semi).
  • In una casseruola a bagnomaria, sciogliete il burro.
  • A parte lavorate le uova e zucchero che aggiungerete al burro una volta sciolto.
  • Unite anche succo e buccia di limone e continuate la cottura mescolando con un cucchiaio di legno fino a quando si sarà addensata.
  • Lasciate raffreddare prima di gustare.

 

 

FOOD

Un uovo,tra l’analogico e il digitale

 

 

Qualche anno fa, il tema di un esame universitario di antropologia riportava: ‘Tra analogico e digitale’.

Per me fu subito panico, immaginavo la paranoia che ne sarebbe derivata da un tema che solo il titolo mi metteva angoscia.

Mi balenavano in mente argomenti di digitalizzazione, pc e tutti quegli ingranaggi moderni  che nemmeno oggi mi appartengono.

Probabilmente, anzi, certamente, non ne avevo lontanamente compreso l’argomento che avremmo trattato, dico solo che, tutt’oggi è uno dei pochi esami che ricordo con entusiasmo.

Lo studio si muoveva sull’analisi del cambiamento e differenze di alcune culture.In modo particolare tra quelle che ancora vivono in piccole comunità e interagiscono attivamente tra loro, conseguendone atteggiamenti di socializzazione e condivisione.

Tutto questo rientrava nelle comunità definite analogiche, dove i rapporti erano soprattutto quelli di vicinato, di cooperazione diretta, dove il materiale, fattibile e pragmatico erano all’ordine del concetto.

Poi vi era la comunità digitale, quella urbana, sviluppata nelle grandi città, questa una comunità differente dove tutto è scandito da un tempo fatto di numeri e non di spazio, dove interagire tra persone avviene con mezzi diversi dalla parola…

dove insomma se hai bisogno delle uova alle 21,00 di sera non bussi alla Signora Maria che è al nono piano e le chiedi : ‘ Ciao, Maria, me le passi 2 uova?’

L’analisi di queste due tipologie di comunità metteva in risalto di come non solo la modernizzazione e tutti gli altri fattori avessero contribuito al cambiamento di comportamenti all’interno del gruppo, ma come anche le disposizioni urbanistiche avessero dato il loro contributo.

Nelle strutture che si sviluppano orizzontalmente (case dei piccoli paesi o dei centri storici),  i rapporti di vicinato sono fondamentali,  tutto avviene per passaparola, in queste dinamiche ritroviamo la comunità analogica. Al contrario nei palazzi alti, nei grattacieli, interazioni e scambi avvengono tramite trasporto e digitalizzazione.

 

 

Non mi dilungo oltre su questo argomento, ma rivedevo in quelle letture i racconti sentiti da bambina, una comunità che avevo vissuto da piccola e che mi apparteneva.

Dei tempi del post guerra quando non c’era cibo, non c’era nulla e il vicino di casa (anche colui che non era legato da rapporti di parentela) aiutava.Una condizione quasi necessaria per la sopravvivenza.

Da piccola ho vissuto la casa di mia nonna che era al piano strada e molte volte volte avveniva che servisse qualcosa e mi mandava dalla Signora Licia. Con il vicino si divideva gioia e dispiacere, le porte delle case  sempre semi socchiuse, pronte ad accogliere un saluto, un aiuto, una chiacchiera, una notizia.

Sulla scia di queste memorie e della certezza di appartenere per metà alla comunità analogica, vi propongo un piatto che mia nonna preparò dopo avermi mandato dalla Signora Licia a recuperare quell’uovo che mancava per il pranzo del giorno.

Una ricetta che sa di Lucania, condivisione, semplicità e amore.

 

 

‘CIALLEDD’ DI UOVO E CIPOLLA

Lo so, chi non ama la cipolla muoverà un pò il musetto, ma assicuro che per questa ricetta non se ne può fare a meno.

Il consiglio è di utilizzare la sponsale, difficile da trovare in molte regioni, ma se riuscite, noterete la differenza.

 

INGREDIENTI

  • 300 g di Sponsale
  • 4 uova bio
  • 250 g pomodorini datterino
  •  2 cucchiai di salsa di pomodoro
  • olio evo, sale, peperoncino qb
  • erba cipollina qb
  • 200 g di pane raffermo ( 4 fette da 50 g)

PREPARAZIONE 

  • Pulite la sponsale, lavatela e tagliatela di lungo a strisce.
  • Scaldate una buona dose di olio evo in padella e lasciate cuocere dolcemente la sponsale.
  • Non appena si sarà ammorbidita unite i pomodorini lavati e tagliati in due e la salsa.
  • Aggiustate di sale e peperoncino coprite con un coperchio e lasciate cuocere per 15 min.
  • Trascorso questo tempo create dei piccoli crateri all’ interno della salsa e adagiate le uova che dovranno prendere calore,prestando attenzione a  lasciar morbido il tuorlo.
  • Mentre le uova cuociono, tostate il pane su di una griglia.
  • In pochi minuti le uova saranno cotte..pronti ad impiattare?
  • In una terrina adagiate il pane tostato, adagiate parte della salsa e un uovo a testa.
  • Finite con dell’erba cipollina e servite ben caldo.
FOOD

Le girelle al cioccolato, colazione da urlo.

 

 

Le girelle al cioccolato sono perfette per una colazione da urlo.

Per me, al mattino si affronta il pasto più importante della giornata! Ma non lo è stato sempre.

Quando ero adolescente scappavo di casa solo con il sapore del caffè.Poi,  all’università i ritmi più frenetici, la città e qualche svenimento in tram mi hanno insegnato che fare un buon pasto al mattino, aiuta sicuramente ad affrontare la giornata in modo migliore.

Ho trascorso in parte i miei anni di studentessa universitaria con mia sorella Flavia, condividendo lo stesso appartamento. Lei al contrario di me, la colazione la faceva sempre, soprattutto amava prepararsi torte e ciambelle fatte in casa. Trascorreva i dopocena nella casetta di via dei gerani a sfornare delizie sempre nuove e gustose.

Nostalgica di quegli anni, l’altro pomeriggio eravamo a casa mia e le ho chiesto se le andava di preparare qualcosa insieme.

Ha permesso che scegliessi la ricetta e poichè non vado sempre d’accordo con i lievitati le ho proposto le girelle, che so fanno impazzire anche le piccole Marta e Giulia.

Inutile raccontarvi che abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio come non succedeva da tempo, tra ricordi, risate e qualche piccolo rimprovero…ma va bene anche così.

Non credo ci sia niente di più bello che cucinare in compagnia, trovo sia un momento di grande aggregazione, sintonia e condivisione anche di una certa intimità.Si sviluppa una splendida sinergia che rende questo momento ancora più piacevole.

Sarò sincera per questa ricetta ho contribuito appena, proprio per non rischiare che qualcosa non andasse a buon fine. Eccovi la ricetta delle girelle di Iaia.

 

 

GIRELLE AL CIOCCOLATO di Iaia

Alternativa alla crema gianduia potrebbe essere una marmellata oppure dei frutti rossi

 

 

INGREDIENTI

  • 550 g di Farina Manitoba
  • 120 g di zucchero di canna
  • 1 uovo
  • 250 ml di Latte
  • 50 g di olio di semi
  • 75 g di Cioccolato  in gocce
  • Crema gianduia q,b.
  • Scorza di un limone bio
  • 10 g  di lievito di birra

PROCEDIMENTO

  • In una ciotola capiente, versate il latte e sciogliete il lievito.
  • Aggiungete zucchero, olio, uovo e scorza di limone, amalgamate e pian piano unite la farina.
  • Impastate sino a rendere omogeneo l’impasto, prestando  attenzione a non lasciarlo troppo appiccicoso.
  • Fatelo riposare, sino a diventare il doppio di volume.
  • Una volta lievitato, adagiate l’impasto su carta forno e stendete a forma di rettangolo dello spessore di mezzo centimetro.
  • Con l’aiuto di un cucchiaio adagiate crema gianduia e gocce di cioccolato senza preoccuparvi di stendere in modo omogeneo.
  • Arrotolate l’impasto e tagliate fette da 2 cm l’una.
  • Adagiate in una leccarda con carta forno e fate riposare per 30 min. ancora.
  • Trascorso questo tempo infilate in forno preriscaldato e cuocete a 180°c per circa 20/25 min.

 

 

LIFESTYLE

Per Pasquetta? Un pic-nic chic quasi perfetto!

 

 

Riuscite ad immaginare di festeggiare Pasqua e Pasquetta in una stagione diversa dalla primavera? Con tanta neve e un freddo polare? Oppure, in pieno agosto, al mare, quando tutti sono ovunque e nemmeno il mare del Nord riesce a rinfrescare?

Io proprio faccio fatica!

Queste, le giornate perfette per godersi i primi raggi di sole, la campagna, il cielo terso, la temperatura ideale, quando non sai ancora se è meglio uscire con il trench oppure in t-shirt.

Volete mettere la libertà di ammirare i bei paesaggi, lontani dal tram tram quotidiano, dalle auto, file, clacson, confusione e smog?

Si! Per fortuna queste giornate di festa cadono nella mia stagione preferita e allora io e la mia amica Gabriella, del blog Cibusalius abbiamo pensato, perchè non trascorrere una bella giornata en plein air? Data l’imminente occasione, abbiamo colto la palla al balzo.

L’idea del pic-nic è piaciuta subito a tutti senza sapere che avevamo in serbo una sorpresa per loro.Non un semplice spuntino sul verde, ma un vero e proprio chic-nic che si rispetti.

Per alleggerire il carico, ognuno di noi ha contribuito a portare qualcosa per  il pranzo. Questo lo consiglio sempre per non scapicollarsi da sole in cucina.

 

Ringrazio Francesco e la sua allegra compagnia.Location Hotel Giardino Giamperduto

Le regole d’oro per uno chic-nic quasi perfetto:

  • Azzeccare la giornata di sole (fondamentale per la riuscita).
  • Individuare la location. Campagna , bosco, mare, parco o giardino di amici …purchè, luogo calmo, green e rilassante.
  • Tenere in mente di preparare  dei piatti fast, ma genuini.
  • Delle quiches monoporzione, frittate, insalate di grano e gamberi, farro e verdure, tramezzini gourmet, brioches salate, salumi e formaggi sono un ottimo esempio.
  • Solitamente dopo le feste ci sono sempre degli avanzi, bene! Dategli nuova vita.
  • Se avanza della pasta, potete realizzare una frittata aggiungendovi delle verdure e delle spezie.Se un arrosto, inseritelo in una bella insalatona, aggiungendoci dei semi.Se avanzano patate o verdure trasformateli in timballi.Ricordate in cucina non si butta via nulla, nemmeno le bucce!!
  • Preferibile usare dei contenitori monodose ( boccacci di marmellate o contenitori in plastica monouso) sarà molto più semplice da servire.
  • Se poi, si ha a disposizione una griglia, il pranzo è bello che pronto. E vai con arrosti di carne, verdure e se non avete mai provato anche della frutta, vi assicuro che è deliziosa, se poi vi aggiungete del miele, diventa un perfetto dessert.
  • Siamo all’aria aperta e quindi? No, carta, no plastica, no cerate.Si ai tessuti, alle posate in acciaio, e tutto ciò che renderà ultra chic il vostro pic-nic. Eventualmente rimediate una cerata per proteggere i tessuti dall’umido del prato.
  • Non dimenticate assolutamente dei sacchetti per eventuale spazzatura. Si riporta tutto a casa e non si lascia nulla nell’ambiente.
  • Anche la cesta porta cibo fa la sua parte.Se non avete il classico cestino, la borsa in vimini, paglia o  tricot andrà bene, ma anche le cassette in legno della frutta, e tutto ciò che risulta chiccoso.
  • Nel disporre il cibo, non dimenticate di sistemare sul fondo della borsa ciò che servirà per ultimo, tipo dolce e frutta e disporre il resto in sequenza di utilizzo.
  • Necessaria una borsa frigo per le bevande fresche, perchè rinunciare ad una bella bollicina?
  • Non dimenticate di inserire nella borsa un anti-zanzare e un  plaid per il riposino o per una lettura in totale relax.

 

 

Per il nostro pic-nic abbiamo preparato dei classici con un tocco personalizzato:

  • Hummus di ceci, tonno, lime e peperone crusco.

          Semplicemente mettete a frullare 1 vasetto di ceci precotti e 1 scatola di tonno, 1/2 spicchio di aglio, spruzzata di lime,olio, sale pepe, prezzemolo.

          Finite con spolverata di peperone crusco in polvere ed erba cipollina.

  • Tramezzini con burrata zucchine grigliate e pomodori secchi sott’olio

Tostate due fette pane in cassetta, spalmateci della burrata, unite delle zucchine grigliate e dei pomodori sott’olio ben sgocciolati e unite le due fette.

  • Quiche di asparagi  e ricotta

Lavorate ricotta, uova, pecorino sale e pepe.Unite asparagi selvatici e pancetta appena scottati.Versate il composto nella brisè e infornate.

  • Crostata con stracotto di uva e fragole

Versate nell’impasto della frolla classica uno stracotto di marmellata di uva e infornate.Terminate con delle fragole fresche.

  • Frutta

Tutta quella che volete… quella da non sbucciare sarebbe meglio.

  • Acqua aromatizzata limone e menta

Per rinfrescare fanno sempre bene delle acque aromatizzate, preparatele a vostro gusto.

  • Taralli, Friselle, biscotti, salumi e verdura cruda.

 

Il mio augurio è che possiate trascorrere una serena e rilassante Pasqua con chiunque vi voglia bene.

 

 

FOOD

Vitamina C in barattolo, marmellata di arance

 

Se potessi conservare l’inverno in un barattolo, ci metterei dentro i momenti delle serate sotto le calde coperte, il cibo caldo e confortevole, le lunghe giornate e un bel cesto di arance.

Per quest’ultima il rimedio ce l’ho!

Amo le arance in tutte le salse, spremute, concentrati, nelle ciambelle, con gli arrosti, da sole e in marmellata.

La colazione è uno dei momenti che più amo del giorno, con i suoi ritmi lenti e rilassanti e anche quando ho la sveglia presto al mattino, anticipo per godermi questo spazio.

 Tra le mie preferite, latte, caffè, pane con marmellata di arance.

Le arance sono un gran concentrato di vitamina c, aiutano a tener lontano malanni, raffreddori e tosse, aiutano a mantenere elastica la nostra pelle, sono dei fantastici antiossidanti, combattono i radicali liberi e sono un frutto dietetico. Certo in marmellata il discorso cambia un pò.

Nelle mie ricette di marmellate, mantengo sempre basso il contenuto di zuccheri per una semplice questione di gusto (tot. frutta e pari g di zucchero per me sarebbe immangiabile).

Queste  le ultime arance della stagione ed ho deciso di di conservarle in barattolo con la mia ricetta preferita.

 

Casseruola Bottega Donnini

In questa foto: Piatti vintage Richard Ginori , posate vintage, tovaglia lino zara home , barattolo Ikea

 

 

MARMELLATA DI ARANCE

Per questa ricetta ho usato le arance qualità navel dell’azienda terra degli ori .

Un’azienda della piana Metapontina, gestita in prevalenza da donne, che curano la loro terra in maniera sostenibile.

 

INGREDIENTI

  • 2Kg di polpa di arance navel
  • 1Kg di zucchero
  • 1 limone
  • Scorza delle arance

PREPARAZIONE

  • LAVATE LE ARANCE, TAGLIATE SOTTILMENTE LE BUCCE .
  • FATELE BOLLIRE PER 5 MINUTI E PER QUATTRO VOLTE, CAMBIANDO DI VOLTA IN VOLTA L’ACQUA.
  • TAGLIATE A VIVO LE ARANCE ( LA PARTE BIANCA RENDEREBBE TROPPO AMARA LA MARMELLATA) E RIDUCETELA IN PEZZI.
  • METTETE LE ARANCE IN CASSERUOLA FATE ARRIVARE A BOLLORE ED UNITE LE BUCCE BOLLITE, IL SUCCO DI UN LIMONE E LO ZUCCHERO.
  • FAR CUOCERE SINO A CONSISTENZA DESIDERATA.
  • LA MARMELLATA, PUO’ ESSERE CONSERVATA IN FRIGO PER UN MESE, OPPURE NEI BARATTOLI SEGUENDO LA TECNICA DI STERILIZZAZIONE (IN CASA MIA DURA 2 SETTIMANE E SUBITO FINISCE).
FOOD

Una Canon al posto del diamante e il “cucina blog award”

 

Ancora sorrido,

se ripenso alla mia espressione esterefatta, quando mio marito, qualche giorno prima del nostro matrimonio mi donò in regalo  una canon al posto del classico e  intramontabile  diamante.

Va bene il piacere per la fotografia e il suo averci visto lungo su una mia passione latente, ma una macchina fotografica ad una sposa?

Per lungo tempo l’ho preso in giro, sino a dimenticare giorno per giorno quel desiderio  (forse neanche mai avuto) di ricevere un diamante.

Da quel momento ho iniziato  ancor più ad appassionarmi alle storie legate alla cucina, perchè il cibo è fatto di persone, emozioni, momenti e non solo semplici ricette.

Ho iniziato a scattare, scattare, scattare, immortalando non solo piatti preparati, ma angoli di cucina, dettagli e momenti di convivialità, sino a ricevere i primi riscontri da parte di chi non mi conosceva.

A chi mi chiede, come hai cominciato, io rispondo, così: “Per piacere, quasi senza volerlo e con passione”.

Sembrerà sciocco, ma quando inizi a scattare delle foto si sviluppa dentro una nuova sensibilità.Non so quanti di voi potranno condividere questa mia teoria, ma a me sembra di vedere il mondo con occhi diversi, noto dettagli che prima tralasciavo, mi entusiasmo ad alcune giornate di luce particolare, colgo il bello nelle cose più semplici ed ordinarie.A volte mi dico è tutto li  e devo solo fare clic, mi si presentano delle situazioni e io devo solo coglierle.

Ogni momento di ciò che viene creato merita di essere immortalato, raccontato attraverso un’immagine.

Tutto ciò può definirsi passione?

A volte di rientro da una giornata di lavoro, altro non aspetto che mettermi all’opera, sarei capace di restarci per ore e non sentirne nemmeno la stanchezza.

Lascio a voi la risposta.

Ed è cosi che nasce ” Accade in tavola”, non avrei altre parole per raccontarvelo.

Altre parole, invece, le spenderei per dirvi quando lo scorso anno con ammirazione   leggevo gli entusiasmi delle bloggers che avevano ricevuto la candidatura ad un premio di tutto rispetto:” il cucina blog award” indetto per la prima volta dal corriere della sera con la giornalista Angela Frenda.

Con loro, che erano e sono i miei miti, gioivo per tanto onore ricevuto.

I loro racconti appassionati, sognanti, fatti di cucina vera, tanta bellezza e così irragiungibili.

A distanza di un anno, mi ritrovo quasi per gioco un blog che è parte della mia vita e una bella mattina un’ e.mail mi tramortisce dall’emozione ,

” Congratulazioni, il suo blog è candidato tra i 12 finalisti nel “cucina blog award“.

Ho pianto di una gioia incontenibile, che faccio fatica a descrivere.Questo frutto del mio lavoro, di una grande passione, messaggio che evidentemente è andato oltre il mio ‘io’.

Grazie.

Dedicato a L. e D.

 

CROSTATINA CREMA, LAMPONI E PISTACCHIO DI STIGLIANO

Questa ricetta rappresenta la mia primavera, quella che ho dentro, di questo meraviglioso momento.

Questi gustosissimi lamponi sono coltivati a Scanzano Jonico (azienda Nico fruit) i pistacchi che ho utilizzato sono invece di Stigliano.

Entrambe località Lucane,dove si producono eccellenze.

 

INGREDIENTI

PASTA FROLLA

  • 450 g di farina
  • 100 g di zucchero a velo
  • 200 g di burro freddo
  • 2 tuorli freschi
  • pizzico di sale

PER LA FARCIA  (crema pasticcera)

  • 500 ml di latte
  • 80 g di zucchero
  • 4 tuorli freschi
  • 40 g di amido di mais
  • scorza di limone
  • una vaschetta di lamponi
  • una manciata di pistacchi

PREPARAZIONE

  • Mescolate farina, zucchero e un pizzico d sale in una terrina.
  • Incorporate il burro freddo a pezzi sino ad ottenere un composto granuloso.
  • Unite il tuorlo e lavorate velocemente.Aggiungete pochissima acqua ghiacciata per rendere liscio l’impasto.
  • Avvolgetelo nella pellicola e fate riposare per circa 30 min in frigo.
  • Nel frattempo preparate la crema, facendo bollire il latte con la scorza del limone.
  • A parte sbattete uova e zucchero e aggiungete l’amido.
  • Unite a questo composto il latte caldo  a filo ,rimettete sul fuoco e far addensare girando sempre con un cucchiaio di legno.
  • Prendete degli stampini stendete la frolla dello spessore che desiderate, ponete dei fagioli all’interno e fate cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 20 min.
  • Trascorso questo tempo eliminate i fagioli di copertura ed unite la crema e dei lamponi e finite la cottura per altri 10 min. ad una temperatura un pò più alta.
  • Una volta cotte le crostatine, lasciate raffreddare e unite lamponi freschi e pistacchi in granella.Pronti per l’assaggio?

 

FOOD

La maglia della salute e una torta al cioccolato

 

 

 

 

Arrivava il sabato e il fastidioso momento del bagnetto. Tutti in fila dal più grande al più piccolo seduti su di un divano marrone finto pelle, in attesa di esser chiamati per esser lastricati nemmeno fossimo stati in mezzo al fango.

A dire il vero, non era nemmeno il bagno in sè per sé che detestavo, quanto l’umidiccio che mi restava addosso una volta uscita dall’ acqua e quella terribile ‘ maglietta della salute’ che ero costretta ad indossare.

Era davvero un incubo, di una lana quasi cotta, pesante, pungente, ma ancora più la odiavo dopo il bagnetto.

A ricordare questo momento, una vecchia polaroid inizio anni’80, di me, mia sorella e mio fratello, bianchi, lisci e profumati, tirati a nuovo, con un pigiamino di felpa pieno di pallini consunto dai tanti lavaggi, tutti rigorosamente dello stesso colore, celestino.

Nemmeno avessimo vinto un premio. Cosa c’era  di così magico da immortalare?… forse, immaginando a  questo mio racconto traumatico?

Ricordo che imploravamo mia nonna (che era la comprensiva di casa, colei che ci permetteva qualsiasi cosa) di non farci indossare quell’ indumento che ci rendeva dei piccoli robot e più che proteggerci da malanni invernali, ci rendeva dei tarantolati.

Lei, con tutta la sua bonaria ci tranquillizzava, facendoci credere che da lì a poco sarebbe accaduto qualcosa. Iniziava con i suoi racconti lunghi e lenti che ci portavano immediatamente in altri tempi e luoghi.

” Tra non molto usciranno le fragole, e quello sarà il momento di stare all’aria aperta, togliere la maglia  e indossare quella a maniche corte”.

Attraverso la parola ‘fragola’ creava un sogno nel nostro immaginario,

Peccato che fosse ancora gennaio e delle fragole,  nemmeno l’ombra.

Per distrarci e toglierci di dosso quel pensiero che come per tutti i bambini diventava pretesto di capriccio, ci metteva a preparare un dolce per la colazione della domenica mattina.

Il più delle volte si trattava della mitica ciambella al cioccolato. Con questo espediente riuscivamo a dimenticare quel fastidioso momento  e a concentrarci solo sul fattore dolce.

Il momento più bello, naturalmente arrivava quando l’impasto era ormai  pronto, versato nello stampo, infornato e sul  cucchiaio e nella ciotola, ne restava quel pò che bastava per la contesa della leccata finale.

Qualche volta, ho nostalgia di quella brutta ma calda maglia della salute, o forse, nostalgia di quei momenti e di quei conforti, delle colazioni in famiglia, chiassose ma allegre.

 

E’ appena entrato Marzo e sui banchi dei mercati sono comparse le prime fragole. La mia terra, proprio quella del Metapontino è tra le zone d’Italia più importanti  in produzione.

Mi sono lasciata tentare ed ho pensato di proporvi in chiave rivisitata, con un gusto tutto nuovo quella famosa ciambella di cui vi raccontavo prima.

Perfetta per la colazione, ma anche per un fine pasto con aggiunta di generosa ganache.

 

 

TORTA CIOCCOLATO, FRAGOLE E COCCO

Per questa torta ho utilizzato uno stampo da 22 cm con cerniera, Fragole del Metapontino e cioccolato Valrhona

INGREDIENTI

  • 180 g Farina 00
  • 50 g di farina di avena
  • 20 g di farina di cocco
  • 160 g di  Zucchero 
  • 150 g Cioccolato Fondente
  • 100 g Burro
  • Uova
  • 1 bustina Lievito In Polvere Per Dolci
  • 6 fragole

PREPARAZIONE

  • Spezzettate e Sciogliete il cioccolato a bagnomaria.Una volta sciolto, unite il burro e lasciate che si unisca al cioccolato.
  • In una ciotola montate le uova  (temperatura ambiente) e zucchero.
  • Aspettate che il cioccolato si sia raffreddato e versatelo nel composto di uova e zucchero
  • Setacciate le farine e lievito e unitele all’impasto , facendo attenzione a non smontare il tutto.Amalgamate.
  • Solo alla fine unite le fragole a piccoli pezzi. Non mettetene troppe per non appesantirla. Lasciatene qualcuna da parte per la guarnizione.
  • Dopo aver rivestito la tortiera con carta forno e preriscaldato il forno a 180°c, siete pronte per infornare.
  • Il tempo indicativo  per la cottura è di circa 35 minuti, ma la prova dello stecchino sarà di ulteriore certezza.
  • Solo dopo averla fatta raffreddare sarà pronta per esser accompagnata con aggiunta di fragole a volontà, una spolverata di farina di cocco e gustata.
FOOD

Piccola riflessione sul tempo e la shepherd’s pie

 

 

“Devi saper aspettare!”

Me lo diceva sempre la cara nonna Lina che non avevo pazienza  e che il mio strano rapporto con il tempo, non mi avrebbe aiutato nella vita.

Fortunatamente, si cresce, e con il tempo ho imparato tante cose.Una tra tutte aver pazienza, tanta pazienza, che nella vita ce ne vuole sempre una dose abbondante.

Con il tempo ho imparato che correre o desiderare prima del dovuto porta il più delle volte a profonde frustazioni e  delusioni, ma sopratutto ho imparato che è proprio inutile voler ciò che avere non si può.

Bene, detto questo e certa di non aver fatto la scoperta dell’acqua calda, tutto questo  era per dirvi che, proprio quando la mia mente e il mio corpo erano ormai  proiettati alla primavera, mi sono ritrovata nel bel mezzo di quell’inverno che mai era arrivato.

Avevo messo da parte tutto ciò che riguardava il capitolo freddo, la casa ormai piena di fiori, i primi acquisti di gerani per i balconi… e poi, sbam! Il gelo dai Balcani.

Ah! La pazienza!

 

 

L’altro pomeriggio, ancora indaffarata tra mille lavori, mio marito mi avvisa che per cena avremmo avuto degli ospiti, suoi importanti clienti.

Io che, l’ansia ce l’ho nel sangue e self control nemmeno a pagarlo, sono andata subito nel pallone.

Metti pure che ogni tanto lavoro e di tempo non ne ho tantissimo, ho dovuto decidere in poco  qualcosa che fosse  buono, non troppo  scontato e assolutamente fattibile nel giro di poche ore.

Ho tirato fuori un asso dalla  manica, un vecchio ricordo di ricetta che ha tutta l’aria di un piatto Pasquale ( per la presenza dell’agnello) ma soprattutto tutto il concetto di comfort food che con questo freddo ci sta tutto.

La shepherd’s pie, la torta del pastore, è un piatto di origine Anglosassone, me ne sono innamorata vedendolo preparare da uno dei miei chef preferiti, Jamie Oliver.

Un piatto semplice, carne di agnello e verdure vengon fatte cuocere sotto uno strato di soffici patate.

L’ideale per questo piatto sarebbe di non tritare la carne, ma tagliarla a punta di coltello in piccoli bocconcini.Perfetto per i pranzi in famiglia o quando si è in tanti.

Per la mia cena ho fatto un figurone e soprattutto non ho dovuto preparare null’altro se non delle verdure crude d’ accompagnamento.

Ora tocca a voi, cosa preparereste per cena, con poco tempo a disposizione  e soprattutto se in arrivo ci fossero degli ospiti che quasi non conoscete?

 

Casseruola in rame  handcraft  lab Bottega Donnini

Cocotte in ceramica ikea

Canovaccio in lino 100% zara home

 

SHEPHERD’S PIE

Fondamentale per la riuscita di questa ricetta, la carne di agnello, la salsa worchestershire e la pirofila in ceramica in terra cotta.

INGREDIENTI

  • 2 KG CARNE MACINATA DI AGNELLO
  • 500 G DI PISELLI
  • 4 CAROTE
  • 2 COSTE DI SEDANO
  • 1 CIPOLLA GRANDE
  • 3 CUCCHIAI DI CONCENTRATO DI POMODORO
  • 1/2 LT DI BRODO DI CARNE
  • 1 CUCCHIAIO DI SALSA WORCHESTERSHIRE
  • 1 RAMETTO DI ROSMARINO FRESCO
  • OLIO, SALE, PEPE E BURRO QB

PER LA COPERTURA

  • 2 KG DI PATATE
  • 20 G DI BURRO
  • LATTE (SE NECESSARIO)
  • 1 UOVO
  •  100G  PARMIGGIANO REGGIANO
  • SALE E PEPE Q.B.
  • 2 CUCCHIAI DI PAN GRATTATO

PREPARAZIONE

  • Mettete a bollire le patate in acqua salata
  • Preparate del brodo di carne ( quello vegetale andrà ugualmente bene)
  • In un’ampia casseruola scaldate olio e burro e fate soffriggere cipolla sedano e carote come si fa per il classico ragout
  • Aggiungete la carne macinata e fate rosolare, unite il rosmarino, la salsa worchestershire che darà un tocco in più a questo piatto.
  • Aggiungete poi i piselli ,fate cuocere a fuoco lento e di tanto in tanto bagnate con del brodo.
  • Unite il concentrato di pomodoro, salate,  pepate e continuate.Il tutto deve essere sempre umido.
  • Nel frattempo, ultimata la cottura delle patate, sbucciatele, schiacciatele e aggiustate di sale e pepe. Preparate un bel purè aggiungendo burro, parmigiano e se necessario del latte per renderlo un pò più morbido e per ultimo l’uovo.
  • Accendete il forno a 200°C.
  • Terminata la cottura del ragout, siete pronti ad assemblare il pasticcio.
  • Potrete mettere l’impasto in piccole cocotte, in modo che ognuno avrà la propria, oppure in una pirofila di ceramica.Posso assicurarvi che in altra teglia il sapore cambia.
  • Alla base della pirofila versate tutto il ragout e sopra stendete delicatamente tutto il purè.Ultimate con una spolverata di pangrattato e fiocchi di burro.
  • Dovrete solo infornare…e attendere che si crei una bella doratura e crosticina e poi sarete pronti per assaggiare.
  • Ps.Vi suggerisco di  sistemare una leccarda sotto la teglia, il bollore potrebbe far schizzare il delizioso ragout e rendere il vostro forno un campo di battaglia 😉

 

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Evasione in una notte d’Agosto, sognando la Toscana

 

Notte d’Agosto, il caos più assoluto, la gente per strada, gli schiamazzi, il caldo che atterrisce dopo una lunga e ancora non terminata giornata di lavoro.

Tutti in vacanza in questo periodo, tranne me, che proprio ad Agosto raccolgo il meglio dei frutti.

Ma lo stress è all’apice e vorrei solo vedermi spalmata su un prato, lunga lunga ad ammirare il cielo e ascoltare il silenzio.

E così nell’attimo di un secondo mi ritrovo a pianificare, prenotare e acquistare la mia vacanza ad Ottobre.

Il desiderio di avere in quel frangente ciò che non posso, mi mette di buoni propositi e al mio risveglio accade questo…

 

Campagna di Bibbona, in Val di Cecina, a pochi Km dalla costa, nei pressi di un bosco di un notevole valore naturalistico.

Perfetta per la vacanza al mare e in campagna.Il mio viaggio parte da qui, nella pace assoluta.

A pochi Km da Bibbona, trovate la campagna di Bolgheri con i suoi bei vigneti, oltre che il suo delizioso borgo.

Siamo in zona Castagneto Carducci e  qui si producono i vini Toscani più famosi ,da Sassicaia a Ornellaia, Grattamacco a Masseto e molti altri.

Il paradiso dell’enologia.

Luogo ideale per amanti del vino e della natura.Potete visitare le cantine, alcune di queste, necessitano la prenotazione.

Addentrandosi, a circa 35 Km, prima di incontrare Volterra, famosa per l’estrazione d’ alabastro, sarete sopraffatti dal bellissimo panorama collinare  che affianca la strada.

Il suo centro storico di origine Etrusca e al centro della piazza  importanti edifici medioevali.

Si prosegue per San Gimignano. Ci  troviamo nel comune di Siena. Centro storico, dichiarato patrimonio dell’umanità, interessante anche per la presenza delle torri medioevali.

 

Cercando la serenità, ho trovato delle strutture per alloggiare davvero interessanti. Luoghi pieni di charme, tranquillità e di gran servizio.

La nota positiva di far le vacanze fuori stagione è proprio quello di permettersi soggiorni che in altri periodi dell’anno sarebbero meno accessibili economicamente.

La Tenuta Gardini tra le morbide colline, a ridosso del bosco riserva, un gioiello di dimora. All’interno di questa tenuta, ci sono diverse strutture e tra queste,

Relais Sant’Elena, immerso nel silenzio più assoluto, contornato da un panorama che non smetti mai di ammirare.

Un grandissimo giardino con rose rampicanti, glicini e uno spazio dove consumare le cene e colazioni.

Le camere, avvolgenti e romantiche, arredate con gran gusto, mobili toscani alleggeriti da colori tenui e tessuti francesi in lino.

Presente un grazioso orto in struttura.Eccellente la colazione dal dolce al salato tutto molto curato e ricco di varietà.

In giardino, una graziosa wellness room lascia spazio a coccole e benessere.

Navigando su internet, in fase di prenotazione, un’altra struttura aveva solleticato la mia curiosità.Così ho diviso il soggiorno in due tappe diverse a pochissimi km l ‘una dall’altra.

La seconda si trova proprio al centro del piccolo paese di Bibbona.

Locanda di villa toscana è un graziosissimo b&b con poche camere arredate in maniera superlativa.

Opera di questa meraviglia è la padrona di casa,  architetto d’interni, Mariquita Papi.

Camere pulite e piene di romanticismo.Mobili antichi ben si sposano con i tessuti caldi e colorati di gusto francese.

Una stanza al piano terra, con un gran camino accoglie un tavolo per le genuine colazioni e momenti di relax.

Trovandosi in zona di mare, una visita la merita San Vincenzo e scendendo in Maremma , nei pressi di Castiglion della Pescaia non si può non fermarsi alla fattoria Le Mortelle di proprietà della famiglia Antinori.

Un luogo meraviglioso intriso di fascino e serenità.Una cantina ( come tutte le altre degli Antinori) super tecnologica, con sala interamente a vetro per la degustazione, dove è possibile ammirare un panorama di vigneti.

All’interno dell’azienda, ettari di frutteti. Oltre che il vino, qui si producono anche marmellate biologiche.

Il mio viaggio, si ferma qui, con tutta l’intenzione di ritornarci quanto prima.

 

FOODLIFESTYLE

Carnevale, biscotti integrali e cioccolato

 

 

Siamo in periodo carnevalesco e ve la dico tutta, non è certo una festa che amo. Non chiedetemi il perchè, ma davvero non ricordo l’ultima volta che ho preso parte a qualche festa in maschera.Ciò non toglie che amo vedere gli altri divertirsi e soprattutto mi rallegra l’ entusiamo e il fermento dei più piccoli.

In queste occasioni, la mia amica Gabriella di cibusalius, pensa bene di coinvolgermi per l’organizzazione.

” Cosa ne pensi se prepariamo un party per i bimbi?” Tutto si fa pur di renderli felici.Punto di partenza, il tema della festa.Non c’era alcuna voglia di spendere troppo per nuovi abitini, maschere e tutto il resto. A disposizione, una coloratissima cucina per bimbe….

il titolo, non poteva che essere ” Masterchef Junior, party “.

Secondo step! Cosa preparare per i piccoli ? Qualcosa di sano, dolce, colorato e coinvolgente? Anche qui c’era un limite, ci siamo rifiutate categoricamente di friggere.Vi immaginate dei bambini  come delle frittelle vaganti per casa? E le tende? L’odore di fritto resta per giorni prima che sparisca, quindi abbiamo preferito piano B: FORNO.Biscotti integrali e cioccolato.

Alla preparazione dei dolci, hanno partecipato  tutti i bimbi. Spiderman impastava, biancaneve raccoglieva la farina in eccesso, frozen mangiucchiava cioccolata da ogni angolo del tavolo e una coccinella in compagnia di una principessa  sporcavano.

Nonostante tutta la confusione siamo riuscite a infornarli e i piccoli masterchef a divertirsi.

A presentarvi questa ricetta due reginette d’eccezione 😉

 

 

 

BISCOTTI INTEGRALI e CIOCCOLATO

 

INGREDIENTI

  • 500 G DI FARINA INTEGRALE
  • 200 G DI BURRO
  • 80 G DI ZUCCHERO A VELO
  • 40 G DI MIELE
  • 1 BUSTINA DI LIEVITO PER DOLCI
  • 2 UOVA INTERE
  • SCORZA DI AGRUME ( IO, POMPELMO)

PER LA FINITURA

  • 100 G DI CIOCCOLATO FONDENTE (medio)
  • 50 G DI PANNA PER DOLCI
  • CODETTE DI ZUCCHERO COLORATE

 

PREPARAZIONE

  • VERSATE LA FARINA SU UN PIANO O ROBOT, AGGIUNGETE IL BURRO FREDDO FATE LAVORARE.
  • UNITE LO ZUCCHERO, IL LIEVITO E  LAVORATE. AGGIUNGETE LE UOVA, IL MIELE E IN FINE LA SCORZA DI AGRUME, CONTINUATE AD IMPASTARE.
  • CREATE UN PANETTO E LASCIATE RIPOSARE X 20 MINUTI.
  • ACCENDETE IL FORNO A 180 ° C
  • NEL FRATTEMPO FATE SCIOGLIERE IL CIOCCOLATO FONDENTE CON LA PANNA A BAGNO MARIA E METTETE DA PARTE.
  • SIAMO PRONTI PER CREARE I BISCOTTI.
  • FORMATE DELLE PALLINE E STENDETE L’IMPASTO CON IL PALMO DELLE MANI, CREANDO DEI LUNGHI CILINDRETTI DEL DIAMETRO CHE PREFERITE..PIU’ O MENO DI UN DITO.
  • TAGLIATE LA PASTA DI CIRCA 5 CM E DISPONETE SU UNA LECCARDA DA FORNO.
  • IO HO FATTO CUOCERE IN FORNO VENTILATO A 180°C I PRIMI 15 MIN. E  GLI ULTIMI 10 MIN A 160° C.
  • UNA VOLTA COTTI, LASCIATE RAFFREDDARE.
  • IMMERGETE UNO AD UNO I BISCOTTI NEL CIOCCOLATO E POGGIATELI SU UNA GRATELLA PER FAR COLARE IL CIOCCOLATO IN ECCESSO.
  • ULTIMATE COSPARGENDO LA PARTE DI CIOCCOLATA CON LE CODETTE COLORATE.
  • SERVITE, SARANNO PRESI SICURAMENTE D’ASSALTO 😉

 

 

 

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