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cioccolato e pere
FOOD

Cioccolato, pere e zenzero, un dolce soffice per l’inverno

 

Continua martellante il freddo di questo lungo inverno Lucano.Noi, che da queste parti del freddo ne percepiamo la coda, godendo quasi sempre di un clima abbastanza mite e soleggiato.Noi, che i nostri inverni durano più sul calendario che nella realtà.

Pur non disdegnando del tutto questo fresco clima, io, donna del sud, fatico alla grande a carburare situazioni e giornate dove il freddo spesso mi costringe in luoghi chiusi. Ogni scusa sembra esser buona per ripararsi al caldo, seguendo il sole percorrendo i marciapiedi, ricercando angolini non ombreggiati per il  momento aperitivo e se proprio non resisto me ne torno al caldo della mia casetta e lascio che il tepore dei miei oggetti e delle mie coperte mi riscaldino.

Come spesso accade, girando sulla rete alla ricerca di ispirazione e di una ricetta che temprasse questo momento, ho trovato quella di una torta al cioccolato facilissima da realizzare, senza l’uso di troppi aggeggi, in pochissimi passaggi e  dal gusto avvolgente e profondo del cioccolato.Ho deciso poi di aggiungere delle pere e dello zenzero per conferirgli un gusto ancora più deciso.

 

cioccolato pere

cioccolato e pere

cioccolato e pere

PLUMCAKE CIOCCOLATO E PERE

L’idea di utilizzare uno stampo da plumcake è stata semplicemente una scelta di comodità.Ogni tipo di stampo può andar bene. da torta o addirittura monoporzione.Un’altra idea simpatica potrebbe essere quella di aggiungere delle noci nell’impasto oppure decidere di accompagnare il dolce al tavolo con una colata di cioccolato fondente, aromatizzato con del cognac o dei semi di vaniglia.

 

INGREDIENTI

  • 60 g di Cacao amaro
  • 3 Pere di media grandezza
  • 170 g di Zucchero
  • 200 g di Farina
  • Zenzero q.b.
  • 2 uova
  • 100 ml di olio di semi di girasole
  • 200 ml di latte
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 limone

PROCEDIMENTO

  • Sbucciate le pere e passateci del limone per non ossidarle.Lasciatele da parte.
  • Nel frattempo in una ciotola sbattere semplicemente con una frusta o forchette le uova, latte e l’ olio.
  • Aggiungete la farina setacciata, lo zucchero, il cacao, grattate un pezzettino di radice di zenzero e infine il lievito, lavorate con le fruste (non necessita di esser montato).
  • Accendete il forno a 180° C in modalità statico.
  • Versate il composto in uno stampo da plumcake dopo averlo foderato con carta forno e adagiateci le tre pere ad equa distanza l’una dall’altra.
  • Infornate e fate cuocere per circa 35 min. La prova dello stecchino è sempre valida per avere la conferma di avvenuta cottura.
  • Lasciate raffreddare prima di gustare e aggiungete a vostro piacimento dello zucchero a velo.
TRAVEL

turista un giorno, per caso..Irsina

 

Turista un giorno, per caso! Ecco come piace definirmi alle uscite fuori porta del weekend.

Nata da un’idea lampo e lanciata qualche giorno fa sui miei social, ho deciso di aprire una rubrica nella sezione travel che parli delle mie passeggiate del fine settimana, alla scoperta della bella Basilicata. Passeggiate fatte senza alcuna meta e indirizzo, volte  a ritrovare l’autenticità di questa meravigliosa terra.

Sicuramente negli ultimi anni, questa regione sta ricevendo la meritata visibilità, grazie alla presenza di personaggi internazionali e di molti eventi importanti che si sono susseguiti e non ultimo quello di Matera Capitale Europea della cultura per questo 2019.

Come se, per anni , anzi secoli, non fossimo mai esistiti ( non entro nel merito della questione che sia di natura politica o  imprenditoriale) ad un tratto ci ritroviamo con i riflettori puntati addosso e fortunatamente a quanto pare durerà anche abbastanza.

Molto spesso in quest’ultimo anno ho ricevuto da parte di molti di voi richieste di consigli e suggerimenti su locali, ristoranti e indirizzi di vario genere una volta arrivati a Matera.Certamente questa bellissima città è tra i luoghi più interessati di tutta la Basilicata, molto si concentra sulla sua bellezza, fascino della sua storicità e sugli eventi in programma.

Contrariamente a quanto mi chiedete, credendo ci siano in giro e su web informazioni più che esaustive su dove andare, dormire o mangiare bene a Matera ( a tal proposito vi lascio un link interessante di un lucano doc    che dispensa ottimi suggerimenti per la città di Matera) il mio contributo a questa meravigliosa regione, ricadrà su delle località meno conosciute ma di certo non meno affascinanti e suggestive.

turista

turista

Come sempre, quando viaggio, la sensazione che preferisco è quella di totale abbandono, lasciare che le strade mi guidino senza avere una meta precisa e soprattutto libero la mente da ogni aspettativa, permettendo che la sorpresa sia reale.

Se siete nei pressi di Matera e volete scoprire un panorama e un paese suggestivo, a circa 40 km, Irsina di certo avrà di cosa sorprendervi. Un paese di circa 5.000 abitanti e definito uno dei borghi più belli d’Italia.

Partendo da Matera via la Martella n.8, dovrete immettervi sulla Bradanica SS 655 che collega la Basilicata alla parte alta della Puglia, per giungere in meno di mezz’ora ad Irsina.Il tratto di strada che percorrerete vi invoglierà a  fermarvi spesso per ammirare un paesaggio che sembra dipinto, fatto di  morbide colline, campi immensi di grano, vecchie masserie abbandonate e potrete addentrarvi per piacevoli passeggiate nel bosco di Verrutoli.

La mia gita pur essendo capitata in una giornata ventosa e avvolta da foschia, ha saputo regalarmi grandi emozioni.

turista

turista

Non ci sarà da allarmarsi se arrivando intorno all’ora di pranzo troverete solo una pacifica e arcaica quiete ad accogliervi, temerete addirittura di irrompere un silenzio surreale. Dopo aver passeggiato per le strade del paese ci siamo lasciati guidare dal fiuto di un buon pasto semplice e realizzato esclusivamente con prodotti locali. A tal proposito non potete perdervi le varie declinazioni proposte dalle trattorie locali di Suino nero lucano, una vera eccellenza.

Irsina come molti  paesini lucani, purtroppo, negli ultimi decenni sta vivendo il fenomeno dello spopolamento della gente locale, anche se, negli ultimi anni sembra ci siano nuovi investitori stranieri attirati da questo luogo per via anche della presenza della statua di Sant’Eufemia, opera attribuita al  Mantegna, custodita all’interno della Basilica.

La cattedrale d’Irsina è tra i monumenti più interessanti di tutta la Basilicata, dello stile gotico resta ben poco, la parte superiore del campanile dove spiccano le finestre bifore.Di stile Romanico invece è visibile la parte inferiore del campanile, mentre la facciata è tipica barocca con tre diversi ingressi.

turista

turista

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Questo luogo e tutto il suo circondario racconta molto di una Basilicata autentica, fatta di gente semplice, accogliente e genuina, pronta ad aprirvi le porte di casa propria.Questa la parte che amo della mia terra, luoghi di semplicità storia, luoghi che con le loro vecchie insegne raccontano tanto, di difficoltà, imprevisti ma soprattutto tenacia e voglia di fare.

Vi aspetto alla mia prossima giornata di turista, un giorno per caso…Buon weekend gente!

turista

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FOOD

Muffins all’arancia, semi di papavero, un carico di vitamina C

I muffins all’arancia e semi di papavero, un vero toccasana, un carico di vitamina C.

Seppur vero che l’inverno non offre la caleidoscopica scelta di frutta che troviamo nella bella stagione, gli agrumi di certo ci vengono incontro.Non solo per il loro carico di energia e colore ma soprattutto rimedio naturale contro malanni e i tanto temuti raffreddori.

Quest’anno, sarà per la mia condizione premaman, le attenzioni di amici e parenti si son fatte sentire in modo speciale, ritrovandomi con gran piacere, un giorno si ed uno no canestri carichi di arance, mandarini, limoni e pompelmi.

La zona del Metapontino e tutta la fascia jonica sono  di certo tra le zone d’Italia più ricche in produzione di agrumi, molte aziende sono di natura biologica, e nel tempo si sono ritagliate una bella fetta di clientela anche sul mercato estero.

Dopo il turno di marmellate e beveroni di spremute, su ispirazione di una ricetta di Melania ( Chicchidimela), ho voluto rivisitarla appena ed ho preparato un dolce carico di vitamina per la colazione del mattino ma adatta anche per lo spuntino pomeridiano.Pronti a farvi coccolare da un dolce semplice, soffice e dalla giusta dolcezza?

muffins all'arancia

muffins all'arancia

muffins all'arancia

MUFFINS ALL’ARANCIA E SEMI DI PAPAVERO

INGREDIENTI

  • 80 g di burro
  • 120 g di zucchero
  • 3 uova bio
  • 400g di polpa di arance
  • semi di papavero q.b.
  • 200 g di farina per lievitati
  • 1 busta di lievito per dolci
  • zucchero a velo q.b. per guarnire

PROCEDIMENTO

  • Sciacquate e sbucciate a vivo le arance, tagliatele a pezzi e lasciatele cuocere in acqua.
  • Una volta ammorbidite, scolate l’acqua e frullatele.Lasciate raffreddare.
  • Nel frattempo in una terrina lavorate il burro ammorbidito e lo zucchero, unite un uovo per volta, continuando a sbattere.
  • Unite la farina e il lievito setacciati e per ultimo la polpa e i semi di papavero.
  • Io ho utilizzato degli satmpi in silicone, ho versato l’impasto e cotto in forno preriscaldato a 180°C per circa 35 min.
  • La prova dello stecchino aiuterà a controllare la cottura.
  • Lasciate raffreddare prima di spolverare dello zucchero a velo e gustare.

 

vellutata di cavolfiore
FOOD

Vellutata di cavolfiore,cannellini e peperone crusco, eccovi un buon inizio!

Vellutata di cavolfiore? Ricominciare con questo piatto, potrebbe essere un buon inizio dopo  le feste.

Inevitabilmente, in questo periodo un pò tutti ci siamo lasciati andare ai piaceri della tavola, pranzi e cene ricchi di portate, dolci della tradizione ricchi di zuccheri e calorie, non meno le bollicine, vini e super alcolici.

Dopo questo pienone, credo sia doveroso il rientro alla normalità.La prova costume, gente, è all’angolo in men che ve ne accorgiate.

L’ideale sarebbe quello di procedere con una dieta ricca di liquidi, frutta e verdure crude per poi passare alla vostra abituale, prestando un occhio di riguardo al movimento fisico.

La soluzione della vellutata di cavolfiore trovo sia perfetta per non venir meno alla componente gusto e al bisogno di comfort food che in questo periodo dell’anno, particolarmente freddo, si ha.

Trovo inoltre che realizzare delle vellutate così come faccio di solito (leggete nella ricetta le 2 varianti) sia anche molto veloce.Un piatto che non necessita di attenzioni particolari e che sarà in grado di regalarvi grandi soddisfazioni di gusto.

vellutata di cavolfiore

vellutata di cavolfiore

vellutata di cavolfiore

vellutata di cavolfiore

vellutata di cavolfiore

vellutata di cavolfiiore

vellutata di cavolfiore

VELLUTATA DI CAVOLFIORE, CANNELLINI E PEPERONE CRUSCO

Le dosi di questa ricetta sono per circa 4 persone ed ho voluto personalizzare il piatto con aggiunta di peperone crusco di Senise.Per chi non lo conoscesse, il peperone usato è un prodotto igp lucano che nasce nella zona di Senise. Acqua, clima e terreno in quest’area della Basilicata sono gli elementi che rendono speciale questa eccellenza.Il peperone di Senise igp una volta raccolto a mano viene fatto essiccare in maniera naturale e consumato in polvere oppure fritto, di qui il nome di “CRUSCO”, croccante.Rende speciale il sapore di zuppe, di ortaggi , pesce e carni, perfetto con le uova, in aggiunta a salse, arrosti e in tutto ciò che vi aggrada.

INGREDIENTI

  • 1 Cavolfiore
  • 2 piccole patate
  • 1 porro
  • 1 cipolla rossa
  • 200 g di fagioli cannellini
  • peperone crusco qb
  • Olio evo ,sale, pepe qb
  • 200 g di pane raffermo

PREPARAZIONE

  • Per prima cosa mettete a cuocere i fagioli in acqua salata che avrete tenuto a mollo dalla sera precedente.
  • Procedete lavando e pulendo cavolfiore, patate e porro, curandovi di far scivolar via tutta la terra da quest’ultimo.
  • In una balia capiente mettete queste verdure, aggiungete dell’acqua sino a coprirle.Unite un giro di olio evo, del sale e fate cuocere.
  • Questa è la versione più salutare per questa ricetta, diversamente potete far soffriggere porro, poi patate e infine unire cavolo ed acqua e portare a cottura.Io preferisco la prima e assicuro che il gusto non ne risente affatto.
  • Mentre le verdure vanno a fuoco medio, controllate la cottura dei fagioli.
  • In una pentola fate un fondo di olio e cipolla rossa a fate soffriggere appena, unitelo poi ai fagioli per dargli un sapore intenso.
  • Nella stessa pentola che avete fritto la cipolla fate rosolare il pane raffermo a tocchetti senza aggiunta di nulla.Il fondo della cottura precedente sarà sufficiente a donargli il giusto equilibrio.
  • Accertatevi con i rebbi di una forchetta che la cottura di patate e cavolfiore sia ok.Tenete da parte una tazza di brodo  (potrebbe servirvi nel caso la vellutata fosse troppo densa).
  • Con un minipimer frullate le verdure, controllate di sale e aggiustate di pepe.
  • Ecco il momento di impiattare.
  • Versate la vellutata in un piatto fondo, unite i fagioli, è il momento dei tocchetti di pane tostato,  del peperone crusco a pezzi e un giro di olio evo robusto.
  • Per altre ricette ho già proposto il peperone crusco, essendo un prodotto lucano io non ho difficoltà a reperirlo.Diversamente su foodscovery ne trovate uno di ottima qualità già fritto che potranno spedirvi direttamente a casa vostra.

Se provate le mie ricette o trovate non chiari alcuni passaggi, lasciatemi pure un messaggio, sarò felice di condividere con voi consigli e pareri.

table setting
LIFESTYLE

Table setting, la mia tavola delle feste

Ci siamo, ultimo dell’anno ed io vi regalo la mia idea di table setting per le feste, un modo per augurarvi un nuovo anno speciale.

Le occasioni di festa, necessitano di un’attenzione particolare ai dettagli, alla decorazione della casa oppure all’accoglienza dei propri ospiti e cosa di meglio per un cenone oppure un pranzo di inizio dell’anno degno delle vostre accortezze?

E’ pur vero che il più delle volte ci piace circondarci del bello per orgoglio personale, ci piace restar compiaciuti quando i nostri ospiti apprezzano il lavoro fatto e allora perchè non godere di queste piccole soddisfazioni?

Voglio parlarvi innanzitutto di come mi è nata l’idea per la realizzazione di questa tavola.

Premetto che preferisco sempre utilizzare ciò che è già presente in casa, riutilizzare, dando vita diversa ad oggetti quasi mai utilizzati, sorprendermi nelle vesti di fiorista senza acquistar fiori.

L’ispirazione mi è nata l’altro giorno,  percorrendo la strada che dal mio paese  porta a Matera. Ho notato come dal ciglio della strada venissero fuori dei piumaggi di piante che a dire il vero mai avevo notato prima ed ho trovato esser davvero eleganti.

Così mi son fermata per raccoglierne qualcuno senza sapere cosa farne.

Una volta rientrata a casa, mi è venuta l’idea e pensando alla tavola da realizzare per queste feste ho proceduto nella mia creazione.

tablestting

tablesetting

Prima di tutto ho scelto:

  • la tovaglia preferendone una bianca di fiandra.
  • Ho poi iniziato a tagliare i piumaggi delle canne di varia misura, disponendoli nel senso della lunghezza del tavolo in maniera libera senza alcun supporto.Man mano ho accorciato il taglio delle piume sistemandole anche in altezza donando volume alla composizione.
  • Rovistando nel mio baule prezioso, ho ritrovato delle piume bianche ricevute in regalo dalla mia amica Lara.Ho deciso di utilizzarle come segnaposto e man mano in ordine sparso le ho inserite creando una scala cromatica anche nel centrotavola.
  • Una volta terminato il punto focale della tavola ho aggiunto dei vecchi candelabri toscani, acquistati in uno dei miei tanti viaggi in questa meravigliosa regione ed ho proceduto in chiave vintage la realizzazione della mise en place.

tablesetting

tablesetting

  • Ho disposto per ogni commensale dei vecchi piatti in ceramica con bordo in oro Richard Ginori, delle vecchie posate e dei bicchieri in cristallo di diversa provenienza e fabbricazione ( a dire il vero ho utilizzato anche dei calici Ikea).
  • Ho sistemato le piume sui tovaglioli, fermandole con un nastro in raso color cipria.Naturalmente scegliendo la vostra idea di tavola, potrete combinare colori o tessuti giocando nelle consistenze e leggerezze .
  • Ho poi ultimato tirando fuori un pò dell’arsenale di famiglia, vecchie oliere in argento e antiche bottiglie per il vino.

tablesetting

tablesetting

Il tutto è stato realizzato davvero in pochi minuti e come sempre suggerisco di organizzare prima mentalmente la vostra idea di tavola, di liberare la fantasia senza limitarsi all’uso di classici oggetti da tavola, bensì di osare, mixando con criterio stoviglie, consistenze di tessuti e materiali oltre che  volumi.

Come già annunciato sui social qualche giorno fa, rendo pubblica la mia decisione a voler organizzare un workshop di table setting e raccontarvi, oltre che lasciarvi creare, la mia idea di tavola.

Al più presto le date online.

Oltre ogni tempo e ricorrenza, il mio augurio per questo nuovo anno è che voi possiate sempre amarvi e prendervi cura delle persone che vi sono vicine. Dedicarsi, è un grande atto di amore.

Buon anno.

Mariangela

 

table setting

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cartellate di Natale
FOOD

Le cartellate lucane dolci per le feste

Le cartellate lucane sono i dolci perfetti per le feste di Natale, dolci da mangiare in compagnia o un piacere da condividere in famiglia.

Queste delizie vengono preparate per durare a lungo ed esser consumate per tutto il periodo delle feste, che si tratti di un pranzo o dopocena, sono dei dolci davvero goduriosi, dal gusto deciso e intenso.

Potrete trovare nelle cartellate lucane una similitudine nelle varianti preparate in Puglia, Calabria o altre parti del sud Italia, ma vi assicuro che la ricetta lucana cambia nel gusto e nella preparazione.Per iniziare varia nello spessore della pasta e la ricetta originale vuole che si usi il cotto, cioè un decotto preparato tra la fine di Agosto e Settembre quando questi frutti abbondano, fichi, fichi d’India e uva. Un vero e proprio elisir.

Spesso a casa di parenti mi sono imbattuta nell’assaggio di  cartellate condite con miele e codette, sicuramente buone anche queste e dal risultato veloce.

La difficoltà di questi dolci sta proprio nella preparazione del cotto.Un lavoro lungo e lento ma dal risultato stupefacente.Si parte da una preparazione di circa 8 kg di frutta per ottenere alla fine anche meno di mezzo kg di prodotto.Dalle nostre parti il più delle volte capita di ricevere in regalo questa frutta oppure si utilizza quella sovramatura non adatta al fresco consumo.

Bene se siete pronti io inizierei con il raccontarvi questo capolavoro della tradizione lucana e anche se per quest’anno non siete più in tempo per prepararle, avrete un bel promemoria per il prossimo autunno.

 

cartellate di natale

cartellate di Natale

cartellate di Natale

cartellate di Natale

CARTELLATE LUCANE AL COTTO di fichi, fichi d’India e uva

La ricetta delle cartellate lucane con il cotto, rientra tra la preparazione delle conserve invernali.

Un tempo si recuperava la frutta in eccesso che la nostra terra donava e per non sprecarla si realizzava questo decotto dolce che serviva poi per l’inverno a condire cartellate e non solo, qualche volta anche gli spaghetti.

 

INGREDIENTI

Per l’impasto

  • 1 Kg di farina 00
  • 200 g di zucchero
  • 200 g di strutto/ burro ( fuso)
  • vino bianco frizzante qb ( circa mezzo bicchiere)
  • un pizzico di sale
  • 3 uova
  • cannella in polvere q.b. ( mezzo cucchiaio)
  • 500 ml di Olio per frittura

Per il condimento

  • 3 kg di fichi
  • 4 kg di fichi d’india
  • 1 kg di uva
  • cannella 1 cucchiaio
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 2 carrube
  • Acqua q.b.

PREPARAZIONE

  • Su di una spianatoia versate  la farina a montagna, create un buco nella farina con le dita e versateci  all’interno tutti gli ingredienti.
  • Iniziate ad unire ed amalgamare il tutto, sino ad ottenere un panetto omogeneo.Nulla vieta che possiate  usare una planetaria.
  • Lasciate riposare l’impasto ricoperto con un canovaccio.
  • Dopo il tempo di riposo, prendete un quarto dell’impasto e ricoprite la restante per non farla seccare.
  • Lavorate appena la pallina e con una sfogliatrice iniziate a creare delle strisce abbastanza sottili.
  • Adagiate le strisce sulla spianatoia e lavorate abbastanza velocemente per non farle asciugare.
  • Con un tagliapasta a rotella create delle strisce larghe circa 2 cm e lunche circa 8 cm.
  • Partendo da un’estremità richiudete la pasta pizziccandola con due dita e continuate a distanza di un centimentro l’uno dall’altra.
  • Cosi facendo dovrete creare delle piccole cavità che serviranno poi a contenere il liquido del cotto.
  • Una volta pizzicata la striscia di pasta, sempre partendo da una estremità attorcigliatela su se stessa da creare una coroncina.
  • Procedete con tutta la pasta, creando cosi le cartellate lucane.
  • Portate a temperatura l’olio e iniziate a friggere tutte le cartellate sino a che si saranno dorate.Lasciatele poi colare l’olio in eccesso su vassoi con carta  assorbente.

Preparazione del cotto di fichi

  • Lavate molto bene tutta la frutta, tagliate con tutta la buccia in due parti, solo i frutti più grossi.
  • Disponete tutta la frutta in un pentolone capiente, unite l’acqua a filo frutta e lasciate andare a fiamma molto bassa.
  • Trascorso il tempo necessario, si tratta anche di molte ore, la frutta sarà stracotta.
  • Lasciatela raffreddare appena, munitevi di guanti, versate tutta la frutta in un doppio sacco di tela a trama sottile e con l’aiuto di un mattarello iniziate a spremere tutta la frutta estraendo quanto più succo possibile.
  • Il sacchetto di tessuto, servirà a trattenere eventuali impurità, semini e bucce.
  • Una volta ricavato il succo, noterete come il prodotto finale si sarà già ridotto di molto.
  • Rimettete in una casseruola e continuate la cottura lentamente sino a che si ridurrà a sciroppo.
  • Ora siete pronti per condire le cartellate lucane.
  • Immergete nel cotto caldo le cartellate lucane fritte, aiutatevi con una schiumarola, accertatevi che il cotto abbia ricolmato le cavità del dolce, scolatele appena del condimento in eccesso e adagiate su un piatto da portata.Procedete per tutte e solo quando le assaggerete sarete ripagati dalla tanta attesa. Parola di lucana che di cartellate ne sa qualcosa;)))

 

panzerotti, dolci, natale
FOODLIFESTYLE

I panzerotti di Natale della tradizione Lucana

I panzerotti di Natale della tradizione lucana sono un must di queste festività.

Nel momento in cui si decideva di iniziare la preparazione dei panzerotti di Natale, quello, segnava ufficialmente l’inizio delle feste.Tutto ciò accadeva in casa mia e ancor prima di preparare l’ albero, presepe o qualsiasi altro addobbo.

Per noi bambini era il momento del gioco a fare i grandi.Improvvisamente diventavamo elementi fondamentali di un ingranaggio a catena che non poteva spezzarsi.Tutti eravamo indispensabili e ognuno doveva attenersi al proprio ruolo.

 

panzerotti, d Natale dolci,

Tutto partiva dal capofamiglia ( la società lucana, per molti decenni si è mantenuta sul matriarcato e a quel tempo c’era ancora mia nonna ) lei, si occupava della lista degli ingredienti, poi passava il compito alla donna attiva di famiglia, mia madre, colei che si impegnava a far la spesa, all’ordine degli attrezzi da utilizzare e infine  il turno di quella che un giorno sarebbe diventata la sostituta della nonna, mia zia, sorella maggiore di mia mamma che si occupava esclusivamente della frittura, tutto il tempo davanti a questo calderone di olio bollente.

E noi bambini?

Avevo circa 8 anni, a noi spettava il compito più duro, quello del passaggio dell’impasto alla macchinetta sotto l’occhio vigile della nonna e di portare vassoi avanti e dietro tra la cucina e quella camera che aveva l’unico piano d’appoggio sufficientemente ampio, vale a dire il lettone della camera da letto.Si preparavano panzerotti di Natale per tre famiglie, per nulla una passeggiata!

Su di un plaid a quadri, color  blu e arancio (che tutt’oggi ricordo come se lo avessi ancora qui con me) poggiavamo vassoi e vassoi di quei cuscinetti bianchi paffutelli, profumatissimi di marmellata, cioccolato, cannella e impasto crudo, tutti in fila perfettamente distanziati l’uno dall’altro, ognuno con dei buchini di rebbi di forchetta, pronti per esser riportati in cucina ed esser tuffati nel calderone fumante.

La cucina sembrava un laboratorio di apine laboriose, tutte intente tra concentrazione degli adulti e  gli schiamazzi di noi bimbi.

L’odore di fritto permeava tende e mobili per giorni interi e poi il momento dell’assaggio che ci vedeva come cavallette impazzite di fronte ad enormi coppe di ceramica bianche e bordeaux e infine il volto, l’espressione soddisfatta delle donne di casa per l’operato ben riuscito.

Oggi come allora vi propongo la ricetta storica, realizzata insieme a mia zia Clara.

 

panzerotti di Nataledolci,

panzerotti di Natale

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PANZEROTTI  DI NATALE

Come per tutti i dolci della tradizione, anche i panzerotti di Natale lucani necessitano di tempo e pazienza per la preparazione.Una parte della ricetta avviene ad Agosto, Settembre, quando si prepara la marmellata di uva. In alternativa potete provare con quella di amarene o visciole e condirle poi come da manuale di tradizione.Pronti per la ricetta?

INGREDIENTI

Per l’impasto

  • 1 Kg di farina 00
  • 200 g di zucchero
  • 200 g di strutto/ burro ( fuso)
  • vino bianco frizzante qb ( circa mezzo bicchiere)
  • un pizzico di sale
  • 3 uova
  • cannella in polvere q.b. ( mezzo cucchiaio)
  • 500 ml di Olio per frittura

Per il ripieno

  • 500 g di marmellata di uva (vedi la mia ricetta marmellata di uva )
  • 100 g di cioccolato fondente a pezzi
  • 50 g di cacao amaro
  • 1 tazzina di liquore tipo strega oppure sambuca
  • 1 cucchiaino di caffè in polvere
  • scorza di 2 agrumi
  • una manciata di frutta secca (a piacere)  tritata 

Per la decorazione

  • Zucchero a velo qb

 

PREPARAZIONE

  • Su di una spianatoia versate  la farina a montagna.
  • Create un buco nella farina con le dita e versateci  all’interno tutti gli ingredienti.
  • Iniziate ad unire ed amalgamare il tutto, sino ad ottenere un panetto omogeneo.Nulla vieta che possiate  usare una planetaria.
  • Lasciate riposare l’impasto ricoperto con un canovaccio.
  • Nel frattempo lavorate il ripieno.
  • Versate la marmellata in una ciotola capiente, versate tutti gli ingredienti ed amalgamate bene.
  • Dopo il tempo di riposo dell’impasto, prendetene un quarto e ricoprite la restante per non farla seccare.
  • Lavorate appena la pallina e con una sfogliatrice iniziate a creare delle strisce abbastanza sottili.
  • Il procedimento è molto simile alla realizzazione dei ravioli.
  • Dopo aver ottenuto le prime strisce di sfoglia, adagiate con un cucchiaio la marmellata, distanziando l’uno dall’altro di circa tre dita.
  • Richiudete i panzerotti, tagliateli con un taglia pasta dandogli la forma desiderata.
  • Sigillate con i rebbi di una forchetta  e punzecchiate la parte superiore.
  • Disponeteli su un vassoio e procedete con tutto il resto dell’impasto.
  • Versate l’olio in una pentola per fritture alta e capiente.Portatelo a temperatura e iniziate a friggere sino a che si saranno dorati.
  • Disponete carta assorbente su di un vassoio e lasciate asciugare dall’olio in eccesso.
  • Una volta completata la frittura lasciate raffreddare prima di spolverare con zucchero a velo e servire.
dolce di natale
FOOD

Idea veloce per il dolce di Natale

Un’idea per il dolce di Natale?

Qualche giorno fa in uno slancio di incertezza, vi ho chiesto nelle mie storie su Instagram quale ricetta avreste preferito per le festività Natalizie.

Il dubbio è nato semplicemente perchè sono combattuta tra il desiderio di regalarvi delle ricette storiche ed uniche della mia regione e d’altra parte delle ricette simpatiche e veloci per le giornate frenetiche che stanno per avvicinarsi.

Devo ammetterlo in tanti mi avete chiesto le ricette della tradizione Lucana e quello mi riserverò di farlo nei prossimi post, quest’oggi invece vi propongo una ricetta super facile,  veloce e golosa, di quelle ricette che tranquillamente potete preparare  anche con i più piccoli o addirittura poco prima del pranzo utilizzando pochi ingredienti, pochi attrezzi e non è richiesto l’uso del  forno.

Se per le feste pensate di trascorrere già tanto tempo ai fornelli per la preparazione di altri piatti, almeno per il dolce avrete un asso nella manica da sfoderare e rimanere con i nervi saldi senza stressarvi troppo.Un’altra soluzione potrebbe essere quella di prepararlo anche giorni prima e conservarlo in freezer.Unica accortezza che dovrete avere sarà quella di scegliere una bella forma da dare a questo semifreddo.

In questo caso, aziende come silikomart o pavoni vi vengono in aiuto.Al resto farà tutto la vostra fantasia, inserendo l’ingrediente che più vi aggrada che potrà essere il cocco, pistacchio, nocciole, caramello salato. Farete un figurone da chef avendo impiegato appena 10 minuti del vostro tempo.

Pronti per la ricetta?

 

dolce di natale

dolce di natale

SEMIFREDDO ALLA CREMA DI NOCCIOLE

Per questo dolce potete utilizzare anche una crema di nocciole più amara e all’interno potete variare il gusto inserendo dei pistacchi oppure delle scorzette di arance caramellate:Questo dolce è soprattutto una soluzione per terminare l’enorme quantità di dolci accumulate nelle feste (regali, calze della befana di tutti i parenti).Potete iserire all’interno queste cioccolate, preparare il dolce e conservarlo anche per 10 giorni nel freezer.

 

INGREDIENTI

  • 200 g crema di nocciole o nutella
  • 300 g di cioccolato amaro
  • 250 g di panna fresca
  • cioccolatini a piacere per decorazione

PREPARAZIONE

  • Versate in una boule la panna liquida fresca e montate.
  • Tagliate a pezzi parte del cioccolato fondente e unitelo alla panna.
  • Mescolate dal basso verso l’alto, unite la nutella o crema di nocciole e continuate a mescolare sino a che la crema si sia ben amalgamata.
  • Prendete degli stampi in silicone oppure alluminio, versate la crema sino a completo riempimento e riponete in freezer almeno per un paio di ore.
  • Al momento di servire il dessert fate sciogliere a bagno maria il cioccolato fondente a pezzi.
  • Impiattate il semifreddo, aggiungete del cioccolato extra a vostro piacimento e portate a tavola.
  • Al momento di servire il dolce potrete far colare il cioccolato tiepido direttamente sul semifreddo.
  • Assicurato l’effetto wow.
fave cicorie
FOOD

Le fave della prima moglie

‘Le fave della prima moglie’ un’espressione difficile a tradurre.

Esistono delle forme dialettali che rendono appieno un concetto ma quando proviamo a tradurle sembra che qualcosa non quadri o non rendano mai abbastanza.

Eravamo nel bel mezzo di una cena tipica delle famiglie del sud, con tavola imbandita di pane di grano duro, sponsale appena scottata, peperoni fritti, olive, melanzane, fave e cicoria selvatica, quando sentii dire per la prima volta da mia suocera:

Sò proprj com l’ faf’ da’ prima m’gghjer’.

Seguirono minuti di silenzio prima di affrontare la domanda su cosa mai significasse quell’espressione. Lei, origini pugliesi, io, lucana. Qualcosa mi sfuggiva!

Mi gustai quella cena (come tutte quelle preparate da mia suocera d’altronde) e il classico rito delle fave.

fave, cicorie

fave, cicorie

cicorie

fave, basilicata

 

Alcuni piatti seguono un rito preciso e cadenzato, che si tratti della preparazione o del consumo, al quale ci si deve attenere.

Ebbene, dovete sapere e molti di voi certamente lo sapranno, cucina lucana e pugliese sono molto simili, tanto che su diversi piatti c’è la contesa d’appartenenza.

Come spesso accade per paesi o regioni vicine sono i dettagli e la provenienza di origine di un prodotto a farne la differenza.Per quanto concerne questo piatto povero della tradizione contadina, ho potuto apprendere ad esempio che la differenza sta anche nella presentazione.

Premesso che mangiare fave e cicoria è un rito vero e proprio, dove tempi di cottura e consumo non stanno alle attese o ritardi umani.

Ad esempio in Puglia e soprattutto nella zona della val d’Itria questo piatto è accompagnato da altre verdure, come peperoni fritti, melanzane, olive e sponsale (cipolla fresca) appena scottata e acidulata.In Basilicata invece, la crema di fave si presenta un pò più liquida e non segue il rituale della presentazione delle altre verdure (per lo meno in casa mia) e quasi sempre, la cicoria è condita con del pomodorino.

Che si tratti della versione pugliese o lucana questo piatto ha in se un gran potenziale, tutta l’essenza del nostro sud, il ricordo dei tempi della fame e dell’ingegno delle donne di un tempo a saper nobilitare piatti con ingredienti poverissimi e semplici.

Ah! Quasi dimenticavo..le fave della prima moglie!

Un tempo, il tasso di mortalità era più alto rispetto ad oggi e capitava che molti mariti restassero vedovi. Il mito della prima moglie restava nei loro ricordi e le seconde nozze quasi mai supplivano a pieno le prime.

Le fave preparate dalla prima moglie erano così buone da non poter essere sostituite da nessun altro.

 

fave e cicorie

fave e cicorie

FAVE E CICORIA SELVATICA

Piatti del genere non possono esser sostituiti da altri ingredienti, ricordate le fave son fave e la cicoria selvatica resta tale…No surrogati assolutamente!

INGREDIENTI

  • 700 g di fave secche
  • 1Kg di cicorietta selvatica
  • 2 patate piccole
  • sale e olio evo qb
  • 1 spicchio di aglio

PROCEDIMENTO

  • Sciacquare le fave e mondare le cicorie.Pelate e sciacquate le patate riducendole a pezzi.
  • Prendete un pentola capiente versateci fave secche e le patate e riempite di acqua abbondante.
  • Portate a bollore e man mano che sale la schiuma eliminatela accuratamente con una schiumarola.
  • Non appena le fave inizieranno a sfaldarsi (accertatevi con un mestolo) è il momento di cambiar acqua.
  • Scolate l’acqua di cottura e aggiungetene di fresca sino a livello delle fave. Salate e fate cuocere a fuoco lento con coperchio.
  • L’acqua delle fave dovrà consumarsi del tutto prima di renderle a purea.
  • Ultimata la cottura versare la fave in un passa verdure e poi in una coppa capiente sbattetele con un cucchiaio in legno e dell’olio a filo per sbianchirle.
  • Le fave dovranno risultare cremose e soffici.
  • Nel frattempo portate a bollore in altro pentolone dell’acqua salata che servirà per scottare le cicorie, tempo una decina di minuti e saranno pronte.
  • Scolatele  e fatele saltare appena  in una padella con dell’olio uno spicchio di aglio e se volete con 2 pomodorini (facoltativo).
  • Pronti ad impiattare?
  • Alla base verserete la purea di fave e sopra le cicorie.
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TRAVEL

un weekend in Abruzzo

Può rivelarsi davvero sorprendente un weekend trascorso in Abruzzo.

Alla fine di settembre mi  sono recata per questioni di lavoro e come spesso mi capita, lascio che mio marito mi accompagni per approfittarne in momenti di pausa e scoprire insieme nuovi luoghi.Devo ammetterlo, è sempre un pò difficile conciliare le due cose poichè necessitano di una perfetta organizzazione oltre che del giusto tempo a disposizione.

Ma come farsi scoraggiare, sapendo di dover scoprire nuovi ed entusiasmanti posti?

Come sempre non lascio mai nulla al caso e anche per questa volta siamo partiti alla volta dell’Abruzzo con un programma preciso e serrato, non per questo ho permesso all’ansia di rovinare la leggerezza di questa gita intensa e inaspettata.

Giunti quasi a destinazione abbiamo fatto la nostra prima sosta con pausa pranzo in uno dei tipici trabocchi abruzzesi.Queste costruzioni fatte interamente in legno hanno un fascino davvero spaziale.Intravederli dalla costa su strada per poi camminarci e giungerci dentro fa un certo effetto, soprattutto per chi come me soffre un pò di vertigini.Come dicevo, i trabocchi sono delle vecchie strutture in legno che un tempo servivano per pescare, una sorta di palafitta che dalla costa si allunga in mare.Oggi, queste singolari strutture sono diventate attrazione turistica e molte di loro sono ad uso ristorazione.

Ragion per cui vale ancor più la pena fare una sosta.Inutile dire che troverete una cucina prettamente di mare, semplice e locale.Quasi tutti i trabocchi dispongono di un menu fisso (hanno delle cucine minuscole per lavorare) ricco e a buon prezzo.

 

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Quel che più mi affascina dei viaggi è vedere come la gente del posto si relaziona agli altri, conoscere le loro storie entrando nel possibile nelle loro esistenze.

Seconda tappa e per questa, vi suggerisco di prepararvi ben bene psicologicamente, l’impatto potrebbe avere ripercussioni sul vostro cuore e creare dipendenza volendoci tornare e ritornare ancora.

Programmata la mezza giornata per fare una gita a Campo Imperatore nel cuore del massiccio del Gran sasso, il nostro primo incontro è stato un panorama mozzafiato, fatto di campi, montagne in lontananza, silenzio e il suono dei campanacci delle mucche al pascolo.Qui un sussulto, non mi vergogno a confessarvi che ho pianto dall’emozione. Lo spettacolo naturale che Campo Imperatore sa regalare di certo vale il viaggio, tutto!

Superato il momento emozionale, il nostro secondo incontro è stato umano.Lì all’angolo della strada solo con la sua baracchina e i suoi prodotti genuini, un pastore sembrava davvero attenderci.Abbiamo ammirato con sorpresa il suo fare imprenditoriale tipica di chi conosce la realtà locale e ben accoglie la presenza straniera.Nel giro di una piccola degustazione davvero casereccia ci siamo ritrovati con 2 kg di pecorino, dell’olio e del buon vino nel bagagliaio della macchina.

 

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Dopo un bel carico di cibarie genuine e un bel pacco di emozioni, senza meta ci siamo messi alla ricerca di un ristoro senza sapere che a pochi km dal nostro spacciatore di leccornie ad aspettarci vi erano un paio di …non chiamateli ristoranti.Si tratta di produttori  e allevatori che hanno allestito in semplici bungalow dei punti ristoro.Scegli al banco i tuoi arrosticini o il tuo bel pezzo di carne, del formaggio, del vino e in tutta autonomia la cuoci nelle braci messe  a disposizione per gli ospiti e la consumi in una delle panche pubbliche.

Una sorta di pic nic sociale.Inutile raccontarvi la semplicità di questo luogo e l’allegria che accompagna la gente che vive questo posto ci ha messo di ottimo umore,forse grazie anche all’ottimo vino locale.

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Di rientro da questo magico luogo chiamato Campo Imperatore abbiamo fatto una piccola sosta a Rocca Calascio, all’interno del parco Nazionale del Gran Sasso. In lontananza dalla strada si intravede quel che resta del castello, uno dei più alti d’Italia.Il suo piccolo borgo e la semplicità della gente che lo abita ha reso famoso questo luogo, diventando set di molti film.Dalla rocca è possibile vedere la vallata e un panorama da bocca aperta.Lasciando Rocca Calascio e proseguendo per un altro affascinante borgo, S. Stefano di Sessanio, una sosta merita la chiesa di Santa Maria della Pietà dalla forma di pianta ottagonale.

 

Tutti questi luoghi compreso l’ultimo S. Stefano di Sessanio trovo siano l’essenza di questa terra, arida e ricca allo stesso tempo, generosa e accogliente come la sua gente.In occasione di una passeggiata per questo borgo non ci siamo lasciati sfuggire l’ albergo  Sextantio che ben si sposa con questo centro medievale ed è stato recuperato attenendosi alle caratteristiche del posto, restando semplice essenziale ma molto curato.Un progetto, tra i primi in italia sul concetto di albergo diffuso.

Qui termina il nostro weekend, l’Abruzzo è certamente una terra che sa dare  tanto a chi sa viaggiare non solo con gli occhi, soprattutto  con il cuore.

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