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Treccia rustica a colazione

 

 La colazione dell’estate  ha un gusto tutto particolare.

Sarà per l’atmosfera che si crea, la possibilità che si ha di consumarla all’aperto, il fresco delle prime ore del mattino dopo una notte quasi insonne per via del caldo,

la fanno apprezzare maggiormente.

Un tavolino in ferro battuto, un terrazzino talmente piccolo da essere battezzato 41 bis, il profumo delle rose , il gelsomino ed una tenda in bisso lino che leggera svolazza al soffio del vento.

Una tovaglietta bianca , l’ immancabile aroma  del caffè alla moka, gli odori aspri e dolci della frutta fresca e dei succhi appena premuti,

il calore che dalla cucina vien fuori e porta con sè il profumo della cottura al forno.

Una nuova ricetta, che avvolge come una coccola, fatta di lievitato per confortare dalla notte e di energetico, grazie  alla frutta presente all’interno.

La colazione d’estate si concede a tutti anche a chi di solito  durante tutto l’anno corre e non riesce ad apprezzarla.

colazione

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La colazione, appuntamento immancabile

L’arrivo della piccola Cecilia ha di certo scardinato ogni abitudine in famiglia creando dei nuovi ed emozionanti equilibri.

Il suo dolce temperamento mi permette comunque di avere qualche legame con la mia vita passata, solo, necessita di un’organizzazione diversa.

Fare colazione con lei significa il più delle volte averla in braccio che attaccata ad un seno consuma il suo pasto mentre con l’altra mano, rubacchio un caffè o addento qualcosa.

Come sempre la prima colazione, resta per me il pasto più importante e soprattutto ora che c’è anche lei, la mia dieta necessita di maggiori attenzioni.

I consigli della nutrizionista

Chiacchierando con la mia amica nutrizionista e biologa, Maria Calò su come pianificare la mia colazione  e palesandole la volontà ad usare  farine da grani antichi lucani per la realizzazione di questa ricetta, mi ha risposto:

“Da biologa, quando sento parlar di grani antichi, non posso che esserne felice in ottica di salvaguardia della biodiversità,

valore aggiunto delle piccole realtà locali che scelgono di coltivare specie antiche e autoctone in armonia con ambiente e territorio in alternativa

al mercato delle multinazionali (occhio a non dedurre che l’OGM sia il male!)”

Farine da grani antichi

“Da nutrizionista noto con piacere la scelta della farina di tipo 1.

Erroneamente siam portati a credere che le farine integrali abbiano qualcosa “in meno” associandole spesso a tristi diete dimagranti.

In realtà durante la produzione della farina più questa viene raffinata (come nel caso della 00) più si eliminano importanti nutrienti: vitamine, sali minerali e amminoacidi dal germe e fibra dalla crusca, lasciando quindi solo l’amido (zucchero).

Ecco perché la scelta di farine meno raffinate come la 0, 1, 2, fino all’integrale, non deve esser vista come una privazione,

perchè al contrario è un utilizzo ben più intelligente di un prezioso alimento che la terra ci offre. “

 

colazione

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TRECCIA CON ALBICOCCHE CARAMELLATE

Ricetta perfetta anche se sostituita con ingredienti salati, tipo speck, formaggio ecc.

Come anticipato, per la realizzazione di questa ricetta ho usato farina semi integrale di farro spelta, un’antica varietà lucana macinata a pietra dall’azienda agricola biologica lucana    Milonia.

INGREDIENTI

  • 250 G DI LATTE
  • 1 LIEVITO DI BIRRA
  • 1 CUCCHIAIO DI ZUCCHERO
  • 1 UOVO
  • 300 G DI FARINA 00
  • 250 G DI FARINA SEMI INTEGRALE -Io ho usato ‘Forenza’ molino Milonia
  • 50 G DI OLIO EVO
  • 10 G DI FIOR DI SALE
  • 8 ALBICOCCHE MATURE
  • 4 CUCCHIAI DI ZUCCHERO DI CANNA
  • UN CUCCHIAIO DI FIORI DI LAVANDA

PROCEDIMENTO

  • In un recipiente o planetaria versate il latte, olio, sale zucchero lievito e per ultimo le farine e impastate.
  • Se dovesse risultare troppo morbido (appiccicoso) unite ancora della farina.
  • Spegnete la planetaria e fate lievitare per 1 ora.
  • Nel frattempo che l’impasto lievita, lavare le albicocche, denocciolare, metterle in una padella antiaderente con lo zucchero di canna.
  • Far andare a fuoco medio e lasciar caramellare, aggiungendo quasi all’ultimo i fiori di lavanda (facoltativo).Mettete da parte.
  • Trascorso il tempo necessario, sgonfiate l’impasto, stendetelo con un matterello formando un rettangolo e tagliate l’impasto in 3 parti uguali nel verso della lunghezza.
  • Allineate le tre strisce di pasta e distribuite le albicocche caramellate in maniera omogenea.
  • Iniziate a chiudere formando una treccia.
  • Lasciate lievitare ancora per 30 minuti e per ultimo spennellate con il tuorlo d’uovo.
  • Infornate a 200°C per circa 30 min, in forno preriscaldato.
  • Servite tiepido.
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Matera…un altro punto di vista

 

Ai tanti avventori in visita a Matera, la domanda rivoltami  è: ‘ Dove mangiare? Cosa vedere una volta a Matera?’

Data la gran quantità di info che girano a riguardo su riviste, quotidiani, guide, blog ed altro,  sia nazionali che esteri, mi sorprende che me lo chiediate.

A dire il vero non avrei voluto fare l’ennesimo post con i miei consigli, poi riflettendoci, mi son detta, ‘Evidentemente si fidano del mio gusto! E allora perchè no!’ 

Da quando Matera è stata nominata Capitale Europea della cultura (accadeva qualche anno fa) abbiamo assistito in tutta Basilicata ad un vero e proprio movimento turistico,

che probabilmente mai ci saremmo aspettati.

Un turismo non solo internazionale ma anche locale, come se Matera e Basilicata fossero nate ieri.

Ad ogni modo nessuna polemica, ma solo e semplice stupore e mi convinco sempre più di quanto potere abbiano i media se sfruttati bene.

matera

Matera

Le mie preferenze su Matera

Prima ancora di lasciarvi qualche indirizzo di mia preferenza, voglio parlarvi di una realtà un pò meno pop.

La prima volta che ho conosciuto Francesca ed Hélène, erano di passaggio in un giorno di festa e alquanto caotico,  dalla mia trattoria di famiglia.

Ricordo che fui proprio io ad accoglierle e provvedere per il loro pranzo e a scambiare  due chiacchiere veloci anche sulla loro di attività ristorativa inconsueta per la zona.

Si chiama empatia, giusto?  Così è stato! Ho iniziato, incuriosita a seguirle sui social e di li un escalation di interessi comuni e appuntamenti che mi hanno portata a seguirle.

Dalle loro particolarissime Secret Supper club in location uniche della città di Matera, sino all’ultimo appuntamento suggestivo all’interno della murgia materana, in una cava di loro proprietà.

Acheni il loro nome d’arte, “endemiche e in movimento, pronte a germogliare dove la terra ci accoglie”, racconta Francesca. Una vera ventata d’aria fresca, nuova la loro cucina, nel modo di presentarla, nella scelta delle locations di gran d effetto.Nulla al caso, nulla scontato.

Quindi se siete a Matera e loro non sono in giro per le loro cene itineranti, seguite uno dei loro eventi, ovunque sarà resterete ad occhi aperti e vivrete un’esperienza unica,  tra rovine, natura allo stato selvaggio, un viaggio profondo fatto non solo di cibo e buon vino, ma di arte e cultura in angoli nascosti e accessibili a pochi.

Matera

Matera

Matera

Matera

Matera

Matera

Matera

Ecco perchè visitare Matera, vivere la sua gastronomia offerta in modo diverso ed unico.

Tra gli altri indirizzi che mi sento di consigliare, Dimora Ulmo, è nella mia top list. Residenza storica, con terrazza e vista da togliere il fiato.

Ragazzi giovanissimi che propongono una cucina innovativa ma con occhio attento alla tradizione, per non parlare della carta vini, un vero must per tutto il territorio lucano.

Per restare sempre in tema di cucina gourmet Ristorante Vitantoniolombardo una stella michelin, riserverà per voi delle grandi sorprese,

cucina ricercata in ambiente elegante e sobrio, nel cuore dei sassi della città. E poi ancora  Le Baccanti   ed  Ego.

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Dimora Ulmo
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Dimora Ulmo ristorante

 

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Vitantoniolombardo

Se invece avete voglia di un pasto frugale, un aperitivo veloce, nulla di molto impegnativo ma allo stesso tempo non scontato e soprattutto di qualità,

i miei suggerimenti si fermano in una zona di Matera che amo alla follia e infonde serenità e bellezza, Piazza del Sedile.

Camerlingo Kitchen cafè

Caffè Vergnano

La gatta buia

Le zite

Area8

L’Arturo enogastronomia

Altre proposte gastronomiche ed artigianali di carattere storico,

 Caseificio Di lena,

il buongustaio Samuele (troverete il meglio della gastronomia lucana) e da non perdere

uno dei panifici storici della città, Pane e Pace

Questi naturalmente i miei suggerimenti e ciò non toglie che altri indirizzi non siano validi.Come sempre sottolineo , propongo solo ciò che testo e mi colpisce veramente.

Che siate turisti, avventori, amanti del buono e del bello lasciatevi incantare da questa terra fatta di semplicità e gente che saprà accogliervi come in casa propria.

Matera

Matera

Matera

muffins albicocca
FOOD

Muffins Integrali albicocca, pistacchi e lavanda

Muffins integrali all’albicocca, alleato per la nostra linea

Con questa primavera stentata, tutto penseremo, tranne che tintarella, mare, sole e linea da tenere sott’occhio.

Eppure son certa, quando meno ce lo aspetteremo , questo epocale ‘maggembre’ fatto di grandine, piogge e freschi fuori luogo, sarà solo un lontano ricordo.

Quindi tenendo un occhio al pensiero dell’estate in arrivo e alla linea da sfoggiare, la mia proposta per la vostra colazione ha tutte le accortezze necessarie.

Per la realizzazione di questa ricetta mi sono consultata con una biologa nutrizionista, la quale mi ha dato tutto il suo sostegno a procedere (almeno per quanto riguarda gli ingredienti usati).

Farina integrale, albicocche ricche di carotenoidi, fibre, Vitamina A, belle da vedere e salutari da mangiare (come fa notare la biologa nutrizionista Maria Calò)

Dopo aver letto la ricetta dei miei muffins albicocca, pistacchi e lavanda, son certa che qualcuno di voi sarà tentato di esporsi al sacrificio per una delizia del genere.

Iniziato il periodo delle albicocche e proprio non potevo lasciarmi scappare una delizia del genere.

Dei muffins soffici, dolci al punto giusto e il plus dato dall’acidità delle albicocche e il gusto inconfondibile della lavanda e pistacchio lo rendono un dolce

perfetto per le colazioni da consumare in giardino, ideali per la merenda dei più piccoli e perchè no in ogni momento della giornata.

Pronte per un dolce sacrificio dal gusto che sa di buono? Armatevi dei giusti ingredienti e via con la preparazione!

 

muffins albicocca

muffins albicocca

muffins albicocca

MUFFINS INTEGRALI ALBICOCCA, LAVANDA E PISTACCHIO

INGREDIENTI

  • 180 g di farina integrale
  • 70 g di farina per lievitati
  • 2 uova bio
  • 250 g di yogurt bianco oppure all’albicocca
  • 100 g di zucchero di canna
  • 100 ml di olio di semi
  • 1 bustina di lievito
  • 6 albicocche mature
  • una manciata di fiori di lavanda
  • 4 foglioline di menta fresca
  • 40 g di pistacchi
  • zucchero a velo qb a piacere

PROCEDIMENTO

  • Lavate le albicocche, privatele della buccia, tagliatele a pezzi.Se avete quelle mature non sarà necessario tagliarle si apriranno da sole.
  • Nel frattempo procedete con la realizzazione dei muffins.
  • Con una frusta montare bene le uova e zucchero sino a renderle spumose
  • Unire yogurt e olio a filo e mescolate dal basso verso l’alto senza far smontare l’impasto.
  • Setacciate le farine e lievito ed unite poco alla volta al composto prestando attenzione a non smontarlo.
  • Imburrate e infarinate gli stampi da muffins o delle cocotte di vostro piacere.
  • Versate delicatamente il composto e solo per ultimo unite al centro un cucchiaino di albicocca, i petali di fiori di lavanda e i pistacchi resi in granella.
  • Preriscaldate il forno e infornate a 180#c per 15/20 min circa.
  • La prova dello stecchino decreterà  la perfetta cottura
  • Una volta raffreddati aggiungete della mentuccia spezzata con le dita e per un plus di golosità delle albicocche fresche a pezzi.

 

FOOD

Maggio, i suoi ricordi e uno sciroppo alle rose

I miei ricordi di Maggio

si uniscono inevitabilmente a quelli di bambina e alla cura che mia nonna aveva per le sue rose.

Attendeva questo mese per un anno intero dopo aver dedicato amore e cura per quella che era la sua unica pianta, una rosa vellutata di un rosso purpureo.

Privava la  pianta di tutti gli animaletti insidiosi e dalle foglie secche per lasciare che la grossa rosa,

conficcata nel vecchio pedale in ceramica potesse respirare bene  e crescere sana.

Ero li, seduta davanti al portone di casa sua, su una piccola sedia in paglia, di un arancio shocking consunta dal tempo.

Forse una merenda di pane e pomodoro tra le mani, un canovaccio di vecchio lino sulle gambe e tra un morso ed un altro, con il musetto unto di olio nostrano,

ammirravo incuriosita i suoi movimenti lunghi, attenti e meticolosi.

Maggio era il suo mese, quello del suo compleanno che cadeva proprio nella giornata di oggi,

maggio, il mese delle rose.

sciroppo alle rose

sciroppo alle rose

Il  mio Maggio ha creato uno sciroppo di rose

Solo il ricordo, mi riporta a pensare e credere che forse questa mia attrazione per le rose provenga dall’amore insegnatomi da Lina.

Pur non disponendo di un vero e proprio giardino, nel mio 41 Bis (terrazzo dalle minuscole dimensioni) ho imparato negli ultimi anni, con l’aiuto e le cure anche di mio marito, a coltivare

4 piante di rose bellissime, tutte dai colori tenui, che virano dal  bianco al rosa pallido.

Quest’anno hanno avuto una gran fioritura ed essendo trattate tutte senza chimica, ma semplicemente con acqua, sole ed amore, ho pensato bene di realizzarne uno sciroppo.

Lo sciroppo di rose, ricavato dalla infusione dei suoi petali, naturalmente, è una ricetta versatile.Perfetta se diluita in acqua e ghiaccio, aiuta a dissetare.

Interessante sul gelato o per bagnare dolci a base di frutta, abbinata con del vino bianco può diventare un perfetto aperitivo.

sciroppo alle rose

sciroppo alle rose

SCIROPPO ALLE ROSE

Raccomandazione! Per realizzare questa ricetta, i petali devono essere assolutamente non trattati chimicamente.

Per un sapore più intenso prendete quelle più profumate, le mie sono delle Royal Copenaghen e se ne avete di variopinte, il vostro sciroppo assumerà un colore decisamente più intenso.

Ingredienti

  • 300 g  di petali di rose (non trattate)
  • 1 L di acqua naturale
  • 1 limone biologico
  • 1 kg di zucchero

Procedimento

  • Raccogliete le rose e tenete solo i suoi petali, ripuliteli da con un canovaccio bagnato.
  • Portate ad ebollizione l’acqua e versatela sui petali che avrete riposto in una pentola, unite un limone tagliato in due appena spremuto e lasciate riposare al coperto per 1 giorno.
  • Trascorso questo tempo, pressate i petali per estrarne l’essenza e filtrate.
  • In un pentolino raccogliete l’acqua di rose, unite lo zucchero e fate sciogliere.Portate ad ebollizione e fate cuocere per circa 20 minuti a fiamma bassa.
  • Trascorso questo tempo, potete versare lo sciroppo di rose in bottiglie sterilizzate e conservate in luogo riparato da luce.Una volta aperto va riposto in frigorifero.
  • Da provare assolutamente diluito con acqua, menta e ghiaccio, perfetto per i vostri pomeriggi di relax.

 

FOODLIFESTYLE

Vellutata di piselli, uova di quaglia….e un gran desiderio di campagna

 

Uova di Quaglia, una tentazione irresistibile!

Alla vista di uova di quaglia, in giro per la campagna di amici , non ho potuto resistere. La loro innata bellezza e il desiderio di chiederne un pò per realizzare una ricetta dai sapori e profumi prettamente primaverili sono stati trampolino per la scrittura di  quest’articolo.

Che la campagna eserciti un grande potere rilassante su di me, credo sia stato più volte palesato. La sua quiete, la semplicità della natura mi riportano ad uno stato primordiale di serenità tra me  e il resto del mondo.

In occasione del mio ultimo workshop sul table setting tenuto a Borgo Valle Rita, ho potuto godere di questa condizione di pieno relax e bellezza del luogo che mi hanno ispirata alla creazione di una tavola country, riscuotendo successo e gran sostegno da parte delle partecipanti.

La serenità e la pace di alcuni luoghi, sortiscono proprio questo effetto, scatenando fantasia ed immaginazione rimettendo agli occhi degli altri meraviglie inaspettate.

Che si tratti dell’allestimento di una tavola o della creazione di una ricetta, credo che il movente per poterla realizzare sia lo stesso, l’ispirazione!

E a me, giunge solo in determinate condizioni.

uova di quaglia

uova di quaglia

uova di quaglia

uova di quaglia

Fascino e proprietà benefiche delle uova di quaglia.

Ora, tornando agli esserini macchiati, la mia domanda è:

Il fascino che subisco per le uova di quaglia è comune?

O forse, solo una mia ossessione nei confronti di questa forma così perfetta ed evocativa?

Da parte la loro bellezza, in fatto di proprietà benefiche,  le uova di quaglia ne hanno davvero diverse.

Rappresentano un alimento ricco di molte vitamine, B1 e B2 oltre che del gruppo A, B, D, E, K, per non parlare del fosforo, potassio, calcio e ferro.

Se si pensa che tutti questi nutrienti sono di gran lunga superiori a quelli presenti nella uova di gallina, ci fa ben comprendere della ricchezza di questo alimento

e ricordate, vi serviranno 5 uova di quaglia per arrivare ad 1 di gallina.

uova di quaglia

uova di quaglia

Le uova di quaglia contengono meno colesterolo?

Alle tante proprietà benefiche, la domanda sovente è se contengano o meno colesterolo rispetto alle uova di gallina.

Ci sono diversi studi ancora in atto a tal proposito, certo è che alla domanda vero falso, la risposta è che le piccole preziose uova contengono colesterolo, eccome!

Per farla breve ogni 100 g di uova di quaglia, contengono circa 840 mg di colesterolo, contro i 372 mg in 100 g di uovo di gallina.

Colesterolo a parte (e comunque aspetto da tener presente se si decide di assumerne una certa quantità) la mia ricetta gourmet con uova di quaglia

vi farà venir voglia di prepararle che voi siate ispirati o meno, in campagna o in città.

uova di quaglia

VELLUTATA DI PISELLI, UOVA DI QUAGLIA , YOGURT E JULIENNE DI CARCIOFI

Tra le varie proposte sul web,  diverse sono di antipasti, ma questa mia ricetta alquanto ricca potrebbe andar bene anche come piatto unico.Completo, ricco e colorato.

Io ho provveduto a bollire le uova, ma anche alla coque saranno perfette.Un piatto questo che può esser servito tranquillamente tiepido. Pronte a replicarlo?

INGREDIENTI

  • 500 G DI PISELLI PULITI
  • 1 PORRO
  • 2 CARCIOFI
  • FARINA DI MAIS QB
  • UN VASETTO DI YOGURT GRECO
  • SCORZA  E SUCCO DI 1 LIMONE
  • 2 FOGLIE DI MENTA
  • ERBA CIPOLLINA, SALE, OLIO EVO E PEPE QB
  • 8 UOVA DI QUAGLIA

PROCEDIMENTO

  • Per prima cosa, sgranate i piselli fateli cuocere in acqua, olio, sale pepe e un porro.Una volta cotti frullateli con minipimer e tenete da parte.
  • Pulite i carciofi, privandoli delle foglie più dure, tagliateli sottili a julienne,acidulateli con metà limone lavateli, asciugateli e passateli nella farina di mais.
  • In una padella versate dell’olio e friggete i carciofi prestando attenzione ad eliminare l’eccesso di farina.
  • Una volta fritti, metteteli da parte su carta assorbente e salate.
  • In una terrina, lavorate dello yogurt greco con delle foglie di menta tritate a coltello, scorza di mezzo limone e qualche goccia del suo succo.Girate il tutto e lasciate da parte.
  • E’ arrivato il momento delle uova.Fatele bollire per 3 minuti e subito dopo passatele sotto acqua fredda.
  • Per poterle sgusciare aiutatevi con un coltellino, incidendo una piccola parte ed asportandolo tutto.
  • Pronti per realizzare il piatto.
  • Versate la vellutata di piselli in una boule, unite lo yogurt con un cucchiao, adagiate i carciofi e le uova di quaglia tagliate a metà.Finite con un giro di olio evo e dell’erba cipollina .
san fele cascate
TRAVEL

Pasqua a San Fele, gita alle sue cascate.

Gita Lucana fuori porta, dove andare a Pasqua?

Se siete in Basilicata e molto probabilmente in gita a Matera o dintorni,  un’idea potrebbe essere spostarsi un pò più a nord per visitare le cascate di San Fele in provincia di Potenza.

Un movimento di gente in questo periodo che vede affolare le mete turistiche più rinomate.

Io che di calca e confusione ne ho forte repulsione,

suggerisco per la rubrica ‘Turista un giorno per caso’ un itinerario alternativo, perfetto per questo periodo.

L’arietta fresca e tiepida al contempo, la voglia di vivere il verde e fare nuove scoperte vi porterà ad organizzare un viaggio per questa Pasqua 2019 certamente rilassante.

Pronti a prender nota?

Tra i tanti pacchetti viaggio di Pasqua, probabilmente non troverete, “Una giornata alla scoperta delle cascate di San Fele “.

Ebbene, questo, ve lo propongo io!

Pasqua alle Cascate di San Fele, come arrivarci.

Immaginate di essere alla guida, su una strada semi deserta, in una vallata, costeggiata da natura incontaminata e paesaggi misti tra montagna, colline e scenari con fiumi.

Non lo state immaginando se siete sulla Basentana SS 407, che da Matera direzione Potenza, nel giro di un’ora vi porterà a destinazione.

La vostra gita alle cascate di San Fele parte proprio di qui.

Come sempre suggerisco quando sono in movimento per i miei viaggi, predisponetevi con occhi di bambini e preparatevi a fermarvi su strada per ammirare paesaggi che probabilmente non rivedrete a destinazione raggiunta.

Dopo aver percorso la Ss Basentana ed essere usciti a Candela/Melfi (ss 658 direzione Melfi) , prendete l’uscita San Fele/ Scalera.

Sarete giunti a destinazione.

Pasqua san Fele

Pasqua san fele

Pasqua san fele,

Pasqua san fele

Al centro dell’Appennino lucano, nasce questo meraviglioso borgo, che merita la visita.Fatto di stradine, casette con tetti spioventi, tutto circondato da una natura mozzafiato.

Proprio fuori dal borgo (e qui vi  suggerisco scarpette da trekking, acqua, k-way ed un eventuale pranzo a sacco) ci siamo imbattuti in una piacevole passeggiata che ci ha portato nel cuore del boschetto.

Un sentiero guidato e abbastanza lungo vi condurrà nelle diverse stazioni di cascate, ubicate distanti l’una dall’altra.

Potrete scegliere tra le 10 cascate il percorso più adatto a voi, passando dal più semplice al più articolato, praticabile anche con bambini al seguito.

Qui, trovate  delle immagini delle cascate di San Fele, createsi lungo il torrente del Bradano,uno scenario naturalistico  di pace.

Il silenzio, il suono del vento, il canto degli uccelli e il lento scrosciare dell’acqua, sembrano far da cornice a questo meraviglioso paesaggio.

Siete nel cuore della Basilicata.

Ad accogliervi per un pranzo frugale o un calice di vino al suono di questa pace, troverete delle aree attrezzate e come buona educazione insegna ricordate sempre di riporre tutto negli appositi cassonetti o di riportare a casa eventuali rifiuti.

Che siate Lucani, cugini Pugliesi o amici arrivati da qualsiasi posto in visita per la Basilicata,

vi auguro di godervi questa terra fatta di semplici meraviglie, di non legarvi ai cliché del turista e soprattutto

vi auguro di trascorrete una Buona Pasqua.

pasqua san Fele

Pasqua san fele

Pasqua san fele

Pasqua san fele,

 

 

 

asparagi
FOOD

Una quiche di farina tumminia e asparagi e l’arrivo del falco grillaio

Arriva la bella stagione e non si può non parlare d’ ingredienti di stagione, di asparagi selvatici, natura che esplode,  e voglia di vivere all’aria aperta.

Mi accorgerei dell’arrivo della primavera anche in assenza di un calendario, grazie all’arrivo di due immancabili  presenze:

dagli ambulanti con mazzi di asparagi selvatici appostati ad ogni angolo di strada del mio paese e dall’arrivo puntuale del falchetto grillaio

che dal cuore dell’Africa giunge a colorare con il suo inconfondibile canto i cieli Lucani.

Questi piccoli rapaci abitanti, della murgia, sembrano davvero amare questi luoghi,

si appostano tra le tegole dei sottotetti per nidificare e volteggiando tra i cieli, regalano una compagnia che mette di buon umore.

Sul finire di marzo, le piogge brevi e abbondanti alternate alle giornate assolate fanno spuntare germogli di grano, colorando di un verde acido le dolci colline materane.

Tra i cespugli della macchia mediterranea e i boschetti invece, assistiamo all’arrivo di un’ortaggio selvatico,

l’asparago, ingrediente corteggiatissimo, desiderato da ogni amante della buona cucina.

Caratterizzato dalle tipiche note erbacee e dal gusto amarognolo è ideale per ricette veloci  di facile preparazione oltre che esser versatile.

Le tavole si preparano ad accogliere nuovi  profumi  e sapori a base di piselli, fave, taccole, carciofi, cipollotti, asparagi, vini freschi  rosati,

mazzetti di ranuncoli e margheritine a contornare il tutto.

asparagi

asparagi

asparagi

A differenza dell’asparago normale e molto più diffuso, quelli selvatici sono più sottili ed hanno un gusto intenso e soprattutto sono di facile cottura.

In alternativa alle classiche ricette di risotto o frittata a base di asparagi,

ho pensato di proporvene una dal guscio rustico e croccante di brisè, realizzato con una farina speciale che  accoglie al suo interno un morbido ripieno a base di ricotta, verdure e asparagi.

Che si tratti di un primo, secondo o contorno l’importante è che non manchi a tavola.

asparagi

asparagi

asparagi

QUICHE RUSTICA TUMMINIA DI ASPARAGI SELVATICI e RICOTTA

Usare la farina tumminia per questa ricetta è stata una bella trovata, perfetta per la rusticità che volevo donargli. Questa, è una cultivar antica del grano duro, seminata prevalentemente in Sicilia.E’ un grano che non necessita di molta acqua per crescere, caratterizzata da un colore piuttosto scuro, perfetta per la panificazione ed è ricca di proteine e povera di glutine.

INGREDIENTI

Per la brisè:

Per la farcia:

  • 250 g di ricotta di masseria
  • 60 g di pecorino (io Moliterno igp)
  • 150 g di asparagi selvatici
  • 80 g di piselli
  • 1 uovo bio o da allevamento a terra
  • 1/2 cipolla rossa o cipollotto fresco
  • sale, pepe ed olio evo q.b.
  • scorza di limone bio.

PREPARAZIONE

  • Partite dalla preparazione della brisè .Versate in un mixer o sulla spianatoia la farina e il burro freddo, unite una presa di sale e lavorate velocemente.
  • Unite l’acqua ghiacciata per lisciare l’impasto e non appena si sarà rappreso avvolgetelo in pellicola e riponete in frigo per un’oretta.
  • Ricordate, il segreto di una brisè è lavorarla il meno possibile.Passiamo ora agli ortaggi.
  • Mondate tutte le verdure, lavatele bene e mettete da parte.
  • In una padella fate scaldare l’olio e unite cipolla e piselli.Solo se necessario aggiungete pochissima acqua e fate cuocere.
  • Unite gli asparagi tagliati a pezzi, salate e fate andare sino a che risultino morbidi ( ci vorranno pochi minuti).
  • Terminata la cottura, lasciate raffreddare.
  • Passiamo ora alla lavorazione della ricotta che avrete versato in una terrina.
  • Unite il pepe, pizzico di sale, uovo, pecorino e amalgamate con una forchetta. e per ultimo aggiungete le verdure cotte.
  • Riprendete la brisè lavoratela appena con le mani e stendetela di uno spessore di circa 3mm.
  • Io ho utilizzato una teglia da 24 cm.Ho riposto la pasta senza rifinire i bordi, mi piaceva lasciarle un aspetto rustico e poco preciso.
  • Bucate con i rebbi di una forchetta la pasta e versateci il ripieno.
  • Cuocete a 180° c in forno preriscaldato sino a cottura desiderata.Io solitamente la preferisco più dorata e croccante.
  • Uscita dal forno, lasciate raffreddare, ultimate con della scorza di limone e gustatela tiepida.

Come sempre mi fa piacere, confrontarmi con tutti voi, su proposte, alternative o suggerimenti, quindi vi aspetto nei commenti.

Vi auguro una Buona primavera!

tendenza caffè
LIFESTYLE

Tendenza caffè, solo moda o questione di gusto?

Tendenza caffè, solo moda o questione di gusto? E’ questo che ci ha incuriosite ad approfondire l’argomento.

Svegliarsi al mattino solleticati dal pungente e dolce profumo del caffè  che sottile s’infila nelle stanze o dal borbottio dell’intramontabile caffettiera, è una diapositiva che si presenta nella gran parte delle case del mondo.

Dopo il grande interesse sul vino, acque, birre artigianali, oli e cucina gourmet, i riflettori puntano dritto al caffè, alla bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua.

Che si tratti della storica moka, dell’inimitabile espresso, dell’internazionale americano  o della new entry caffè filtrato, si moltiplicano le scelte del consumatore finale su particolari miscele, sulla conoscenza della loro provenienza, l’interesse sulla sua bioeconomia e non ultimo la sperimentazione di nuove tendenze.

Non sarà un caso che realtà di produttori storici come Caffè Vergnano a Chieri abbiano pensato bene di aprire  un’accademia su questo affascinante mondo. Un luogo dall’atmosfera elegante e casalinga, all’interno del quale si sviluppano corsi formativi per amatori ed addetti al settore, laboratori di pratica e un corner shop dove acquistare tutto ciò si desidera sul caffè.

La recente apertura in Italia, precisamente a Milano, della prima Starbucks Reserve Roastery europea, tre in totale nel mondo, conferma il trend: non una semplice caffetteria ma uno spazio dove è possibile seguire interamente il percorso di tostatura ed estrazione del caffè, uno spazio dove l’esperienza sensoriale e passionale sono al primo posto.

Lo sa bene Michael Gardenia – anima di Fusillo Lab studio fotografico e creativo a Milano – appassionato e cultore delle ultime tendenze caffè, che Alessandra ha intervistato per voi.

 

tendenza caffè

tendenza caffè

tendenza caffè

 

Come è nato il tuo interesse per il caffè e come si è trasformato in passione? Mia madre ogni tanto mi racconta di quella volta in cui, a 5 anni, ho preparato una moka e gliel’ho portata a letto. A parte questo aneddoto, ho riscoperto il piacere del caffè di qualità e di tutto ciò che gravita attorno ad esso viaggiando all’estero, visitando locali curati nel design e nella proposta food, scoprendo brand molto interessanti legati a questo mondo e incontrando grandi creativi che considerano il caffè come un rituale, e non come una semplice bevanda energizzante.

Cosa rappresenta per te bere un buon caffè, cosa c’è dietro questo semplice gesto quotidiano? Bere un caffè è un’esperienza: partire dalle origini che conferiscono particolarità diverse a ogni tazza, conoscere torrefattori che sanno selezionare produttori e rifinire un prodotto esaltandone i sapori, riconoscere il metodo di estrazione e apprezzarlo in base al momento della giornata o alla situazione.

Ultimamente si stanno diffondendo anche in Italia altri metodi di estrazione del caffè, che in realtà sono nati prima dell’avvento dell’espresso, qual è il tuo preferito? Qual è la parte che più ti piace nel rituale della sua preparazione? Oltre all’espresso, appunto, che non posso mettere in competizione con i caffè filtro, il mio metodo preferito in questo ultimo periodo è l’Aeropress. Oltre alla sua storia, che trovo abbastanza divertente, e al fatto che in pochi anni si siano raggiunti numeri incredibili di iscritti ai campionati mondiali, apprezzo il fatto che possa essere utilizzato con diverse “ricette” lasciando molta creatività all’utilizzatore. È un metodo veloce e semplice e, essendo abbastanza moderno, stimola la curiosità quando lo si prepara di fronte ad amici o a persone a cui è ancora sconosciuto.

Sappiamo che ami viaggiare, che differenza trovi tra la cultura del caffè in Italia e quella di altre città europee tipo Londra, Amsterdam o Berlino? Nonostante l’Italia si vanti di aver inventato l’espresso e il cappuccino, città come Londra, Amsterdam, Berlino sono più avanti a livello culturale, senza parlare di Stati Uniti e Australia. È sufficiente pensare ai festival sul caffè che vengono organizzati da ormai molti anni (mentre in Italia si è tenuta da poco la prima edizione), alla selezione che fanno i Baristi sulla strumentazione e alla ricerca che si fa quotidianamente su materie prime e menu. Sono stato in caffetterie che hanno i migliori chef in cucina, che utilizzano solo specialty coffee di torrefazioni locali, che sono state progettate da grandi architetti e che sono comparse su testate a livello mondiale. Apprezzo il fatto che, poco alla volta, anche in Italia stiano nascendo realtà interessanti e quello che faccio sempre (e nel mio piccolo) è promuoverle, invitando le persone ad approcciarsi al caffè di qualità. Ultimamente ho anche organizzato un corso sul caffè a Fusillo Lab e di sicuro ce ne saranno altri in futuro.

Il tuo indirizzo preferito a Milano. Ne ho uno preferito in base alla zona in cui mi trovo, ma posso dire che il più interessante è Le Polveri, una piccola bakery  in zona Sant’Ambrogio, dove è possibile prepararsi autonomamente un espresso con una macchina La Marzocco della linea Home.

Per finire, alcune pillole di stile: undici pezzi must have per una pausa caffè da veri coffee lovers!

tendenza caffè

1. Bollitore elettrico Plissé in resina termoplastica, micro-architettura domestica firmata Michele De Lucchi, Alessi /2. Poster Coffee per veri coffee lovers, HQstudio /3. Macchina per espresso Linea Mini de La Marzocco Homeispirata alle forme e al design della iconica Linea Classic, ma con dimensioni adatte ad un utilizzo domestico /4. La mitica Moka Express, nata nel 1933 dalla geniale intuizione di Alfonso Bialetti, qui nella versione da ben 18 tazze, Bialetti /5. Risale al 1941 l’invenzione della caffettiera da caffè americano Chemex, interamente in vetro, qui nella versione da sei tazze, Chemex /6. Serie di tazze in porcellana, Lolli della linea Tivoli, con motivi a strisce colorate, Normann Copenhagen  /7. Press Coffee Maker di Stelton, prepara fino a otto tazze di caffè e grazie alle sue pareti doppie lo mantiene caldo a lungo /8. Coffe Nerd di Ruth Brown, un piccolo manuale dedicato agli appassionati di caffè che amano preparare a casa la propria bevanda, Adams Media /9. Mug Oiva con il nuovo decoro Eläköön elämä, design Maija Louekari, Marimekko /10. Caffè biologico PÅTÅR, 100% Arabica, proveniente da piccole coltivazioni di caffè del Sud America. Confezione rosa per caffè filtro tostatura media, grigia per caffè francese tostatura forte, Ikea /11. Set di sei cucchiaini moka, in sei esclusive tonalità: acciaio inox, black, copper, gold, champagne e cognac. Linea Frame, Sambonet 

Written by
Alessandra Dani e Mariangela Russo

In foto, dall’alto: l’Accademia Vergnano a Chieri, Starbucks Reserve Roastery a Milano, Michael Gardenia (credit: Michael Gardenia – Fusillo Lab)

 

 

liquore all'arancia
FOOD

Tutto il sapore del sud in un liquore all’arancia

 

Tutto il sapore del sud in un liquore ?

Certo che è possibile , soprattutto se si tratta di arance.

Le conclusioni di qualcosa sono sempre un pò tristi si sa ed iniziare un post con un addio certo non è il massimo.

La fine di una storia d’amore, di una lunga amicizia, la fine di un bel viaggio o un rapporto di lavoro e perchè no, quella di una stagione. Tra tutte, l’inverno non sarà tra le più amate ma di sicuro porta con sè tutto quel dolce calore che indirettamente gli appartiene.Dalle serate trascorse in casa sotto calde coperte, pomeriggi  al computer tra il piacere di un camino e rilassanti tisane, soffici dolci fatti in casa  e spremutone di arance. E qui il tasto dolente….le spremute d’arance!

Ecco cosa mi mancherà più di tutto di questa fresca stagione, il sapore aspro, fresco e pungente di questi agrumi.

Di qui, l’idea con la mia mamma di preparare una ricetta che ne preservasse sapori e profumi, da conservare e assaporare anche durante  le calde sere d’estate.

Dopo la volta della preparazione  di kg e kg di marmellate,  la scelta è ricaduta su una ricetta che prevedesse l’uso delle  bucce di questi preziosi agrumi.

Benche’  risapute le diverse proprietà benefiche degli scarti delle arance, il più delle volte vengono messe via.

Oltre che prevenire  il colesterolo, la scorza di agrumi combatte l’acidità e problemi digestivi, migliora la salute dentale e quella della pelle e se certi dell’assenza di pesticidi e altre sostanze nocive, perchè non utilizzarle per la preparazione di un fresco rosolio dopo pasto?

liquore all'arancia

liquore all'arancia

liquore arancia

Appuntamento nella Terra degli Ori.

Esistono inviti e Inviti! Quello per un aperitivo, oppure  un caffè a casa di amici, ma quando l’appuntamento è in campagna a visitare un agrumeto della piana metapontina in un sito dove sono stati trovati diversi ori risalenti al periodo della vecchia Magna Grecia per assaporare un bel bicchiere di succo di arancia appena raccolto dall’albero, come poter rinunciare!

Laura, Francesca e Gianfranco sono i giovanissimi lucani che dopo aver rilevato l’azienda di famiglia si sono consorziati in La terra degli ori e oggi continuano a coltivare il bene prezioso lasciato in eredità.

Una mattinata trascorsa piacevolmente tra passeggiate e disquisizioni sui loro agrumi, metodi di produzione e cura per la terra.Il  bottino di una ricca mattinata si è conclusa con questa mia proposta di liquore all’arancia e zenzero, realizzato con scorze prive di pesticidi e tutto ciò possa risultare nocivo per l’uomo.

liquore arancia

LIQUORE ALL’ARANCIA e ZENZERO

INGREDIENTI

  • Scorze di  8 arance non trattate
  • 100 g di zenzero
  • 2 lt di acqua
  • 800 g di zucchero
  • 1 lt di alcool 90°

PREPARAZIONE

  • Dopo aver lavato accuratamente le arance, pelatele prestando attenzione a non includere l’albedo ( la parte bianca del frutto)
  • Lasciatele riposare in un recipiente di vetro con l’alcool per almeno una ventina di giorni.
  • Private lo zenzero della sua pellicina e unitelo alle bucce di arance solo l’ultima settimana di macerazione.
  • Trascorso il tempo indicato, preparate lo sciroppo.Versate acqua e zucchero in un pentolino e portate a bollore. Fate andare per una quindicina di minuti.
  • Fate raffreddare appena.
  • Questo il momento di unire l’alcool allo sciroppo colandolo dalle bucce e dallo zenzero.
  • Versate il liquore in una bella bottiglia e conservate in freezer.
  • Abbiate premura di servirlo sempre ghiacciato. prima di assaporarlo

 

 

liquore arancia

tavola, table setting, workshop
LIFESTYLE

Le regole d’oro per una tavola quasi perfetta

Le regole d’oro per una tavola quasi perfetta?

Le risposte probabili potrebbero essere:

  • Attitudine all’accoglienza
  • Conoscenza e uso delle buone maniere e delle regole a tavola
  • Gusto ed equilibrio nel realizzare la mise en place, il menu, la scelta del vino e non meno l’abbigliamento.

Che si tratti di un pranzo o cena a casa, la mission è sempre la stessa, far sentire gli ospiti a proprio agio, accoglierli come se fossero nel migliore dei ristoranti stellati  avendo un appeal meno formale, più casual, restando eleganti, ponendo le giuste attenzioni nella realizzazione del menu in modo da non risultare eccessivo o fuori stagione  e sfoderando le proprie capacità creative in qualità di decoratrice.

Avere ospiti per cena potrebbe creare dei micro stress, tensioni a volte inutili, facilmente eliminabili tenendo a mente  semplici consigli in modo da affrontare la cena in allegria e in pieno relax.

Fondamentale, a mio avviso è avere ben chiaro cosa realizzare, che si ratti del menu ma anche della decorazione della tavola o della scelta delle stoviglie.Avere un tema in mente può esser d’aiuto e di li iniziare a creare il tutto.

tavolatavola

Da cosa partire..

Spesso  mi capita di avere ospiti a cena e mi piace sorprenderli, renderli partecipi della mia idea di ospitalità e condividere con loro un piccolo sogno ed è qui che ha il via la realizzazione della mia tavola quasi perfetta.

Il mio punto di partenza è sempre un tema che può essere un colore o un elemento della stagione, un ingrediente o semplicemente un oggetto presente in casa che è inizialmente il punto focale della tavola per poi diventare il fil rouge dell’intera cena.

Fondamentale la scelta della tovaglia.

Il consiglio  è sempre lo stesso, semplice, color neutro o bianca, in lino possibilmente.Trovo che su una base bianca sia più facile realizzare qualcosa di creativo. A chi mi suggerisce ‘No tovaglia’, io rispondo ‘No, grazie!’.

Di base parto sempre dalla realizzazione del centrotavola, in modo da calcolare ingombri. Quasi mai, anzi, mai  acquisto la decorazione dal fiorista, piuttosto mi piace realizzarla con oggetti che ho in casa, del verde raccolto in campagna, rametti secchi abbinati ad oggetti vintage, ridandone altra vita.

Per la realizzazione di questa tavola vi mostrerò quella creata in occasione del mio primo workshop per un gruppo di donne curiose e piene di entusiasmo.Sono partita da vecchie bottiglie di farmacia acquistate in uno dei tanti mercatini visitati.Ho usato poi dei rametti di ulivo, sistemati alcuni direttamente sulla tovaglia disposti a serpentone nella parte centrale del tavolo, giocando con forme e volumi e altri all’interno delle tre bottigliette.

tavola

Quali stoviglie usare?

Una delle difficoltà che incontro nel realizzare le mie tavole è spesso l’uso delle stoviglie.Capita a volte di non avere dei coordinati completi oppure di averne di vecchi mai utilizzati e lasciati in credenza ad impolverarsi.Per non annoiarsi, una soluzione è certamente quello di mixare piatti, bicchieri di diversi servizi, tenendo sempre a mente lo stesso stile.

In questo caso ho utilizzato dei vecchi piatti e bicchieri in vetro satinato color giallo ocra, stile anni’70, spuntati dal fondo del mio étagère. Per alleggerire toni e rimodernarne l’atmosfera li ho alternati con dei piatti in ceramica stile Giapponese di color tortora, in previsione della seconda portata e abbinati a delle ceramiche realizzate a mano verde bottiglia per l’uso dell’antipasto a base di vellutata.Le posate poi, ho preferito usare dei pezzi vintage.Alla sinistra le forchette, a destra coltello con lama rivolto all’interno verso il piatto e un cucchiaio alla destra di quest’ultimo.

I bicchieri, uno per l’acqua l’altro per il vino, possibilmente trasparente,  posizionati a destra sopra le posate.

Per il tovagliolo ho preferito usarne uno diverso dalla tovaglia, di color ecru, in lino, impreziosito da un fiocco in seta a taglio vivo color terra, all’interno del quale ho infilato un ramoscello di ulivo.

Qualche purista del galateo probabilmente avrà da obbiettare su alcune scelte, ma mettiamo in conto che seguiamo anche un pò le mode oltre che il gusto;))

Tenete ben a mente, in tavola va posizionato tutto e solo ciò che verrà utilizzato durante la cena.Posate in eccesso e bicchieri dal numero indefinito potrebbero creare solo imbarazzo.

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Nastrini in seta  Allegoria textiles

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Consigli utili per la riuscita di una tavola quasi perfetta

Anche se utilizzate servizi diversi per piatti e bicchieri, fondamentale è mantenere una  palette coerente di colori, sia che giochino sui toni diversi, sia che si muovano tra complementari.

L’organizzazione  poi è alla base di tutto, pianificare e pensare ad ogni dettaglio alleggerisce imprevisti e quant’altro.

Utile sarebbe portarsi in prossimità del tavolo della cena tutto l’occorrente, dal ménage, alle fettine di limone oppure alle doppie posate in caso di caduta accidentale.

Avere una postazione con tutto il necessario disponibile eviterà di farvi fare inutili andirivieni dalla cucina  e godervi al meglio la serata con i vostri ospiti.Prevedete eventuale cestello per il ghiaccio in caso di vini da servire freschi.

Tutto il resto lo farà la compagnia della serata, la giusta musica di sottofondo e delle luci d’atmosfera e se mai qualche imprevisto dovesse accadere impariamo a riderci su, sdrammatizzare a volte aiuta.

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Il mio ringraziamento per queste belle donne che vedete in foto mentre realizzano le loro tavole dopo aver partecipato ad una mattinata di ascolto e consigli, tra domande, sorrisi, caffè e qualche pezzo di torta.

Grazie speciale a Nadia ( @sogniinbianco) e Milena (@mammasiviaggia) per questi meravigliosi scatti, senza dei quali non avrei avuto testimonianza;)))

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