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doppia frolla al cioccolato
FOOD

Di fiori, cioccolato e un anno con voi

 

Solo seduta d’avanti al computer mi rendo conto di quanto lungo sia il periodo della mia assenza sul blog. Sempre troppo sottovalutato il lavoro che necessita la buona riuscita di un contenitore come questo che racconti attraverso immagini, ricette, pensieri, ispirazioni, editing e correzioni.Tanto materiale in standby che attende solo di esser caricato ed espresso nel migliore dei modi ma come sempre imprevisti, impegni dell’ultimo minuto, famiglia o lavoro mi distraggono e in un attimo mi ritrovo all’inizio di un nuovo mese.

piatto vintage rose

doppia frolla al cioccolato

Ad un anno esatto dalla nascita di questo mio blog mi giro indietro per ripercorrere con la memoria tutto l’iter, i momenti vissuti, le opportunità, le nuove proposte, le sorprese e la meraviglia di fare qualcosa che mi rende cosi libera e piena di me.

Non ricordo di aver mai fatto qualcosa che mi abbia regalato questo gran senso di soddisfazione e ciò mi porta a voler fare sempre cose nuove a testarmi su nuovi fronti e vedere fin dove posso arrivare, fin dove ce la faccio. Alla fin dei conti questo è il mio piccolo mondo nella mia vita che ha un sapore diverso frizzante, dolce e salato allo stesso tempo, il piccolo mondo fatto di giri, luoghi, ristoranti, ricordi, test, cucina, sapori, voglia di conoscenza  e condivisione e poi mi chiedo se tutto ciò abbia un fine …e il fine ce l’ha.La mia gratificazione nel sapere che dall’altra parte ci sia chi apprezza e appoggia questo mio progetto.

Un anno fatto anche di  timori, paure, ricette provate riprovate e mollate, scatti, nervosismi, file cancellati e bla bla bla… per poi rendermi conto che tutto serve, tutto fa bagaglio e servirà ad affrontare diversamente o per lo meno con più coscienza il resto del cammino.

Questa torta trovo sia di una goduria unica,  preparata da mia sorella  e mi è piaciuta così tanto che mi ha ispirato per lo styling e volerla condividere con voi.

Eccolo, il mio regalo per ognuno di voi per il primo anno di Accade in tavola insieme.

Auguri!

doppia frolla al cioccolato

doppia frolla al cioccolato

doppia frolla al cioccolato

 

DOPPIA FROLLA CON CREMA AL CIOCCOLATO e PISTACCHI

INGREDIENTI

PER LA PASTA

  • 300 g farina per frolla Molino Pasini
  • 100 g burro
  • 80 g zucchero
  • 2 tuorli
  • 1 uovo intero
  • ¼ di bustina di lievito
  • un pizzico di sale

PER LA FARCIA (crema pasticcera al cioccolato)

  • 4 tuorli
  • 80 g di zucchero
  • 40 g di amido di mais
  • 500 ml di latte
  • scorza di  1 arancia bio
  • 70 gr di cioccolato
  • 50 g di pistacchi di Stigliano

PREPARAZIONE

  • Realizzate per prima cosa la crema pasticcera facendo bollire appena il latte con la scorza di arancia.
  • Nel frattempo sbattete i tuorli con lo zucchero in un pentolino dal fondo alto rendendoli spumosi e unite l’amido passato  a setaccio, amalgamate.
  • Filtrate il latte e versatelo al composto di uova ecc. mettete su gas e a fuoco medio fate cuocere sino a che si sarà rappresa.
  • Una volta fuori dal fuoco versate il cioccolato e girate.Fate raffreddare in una pirofila ricoperta da pellicola.
  • Per la base di frolla impastate tutti gli ingredienti in planetaria, oppure a mano, fino ad ottenere un impasto omogeneo come la classica pasta frolla.
  • Avvolgete nella pellicola il panetto  e lasciate riposare in frigo per mezz’ora.
  • Quando la pasta avrà riposato, prendetela e dividetela in 2 parti, una poco più grande dell’altra. Stendete la metà più grande con spessore di circa 5 mm.
  • Foderate, con la pasta stesa una tortiera da 22 cm precedentemente imburrata e infarinata. Create un bordino laterale alto 3 cm circa. Bucate il fondo con una forchetta.
  • Disponete sulla base frolla la crema pasticcera al cioccolato e i pistacchi tritati.
  • Stendete la restante parte di pasta e adagiatela sulla torta.
  • Sigillate i bordi.
  •  Cuocete in forno statico a 180° per circa 25-30 minuti. Lasciate raffreddare completamente e spolverate con zucchero a velo creando dei disegni con uno stencil.
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FOOD

Vellutata di zucca e baccalà

Vellutata di zucca e baccalà

Immancabilmente con l’arrivo dell’autunno mi si presenta il desiderio di ricette un pò più calde e confortevoli, pieni del  sapore di questa stagione.Le vellutate sono tra i miei piatti preferiti.

Uno, perchè li preparo in un  attimo, due, decido di cuocerne sempre una buona dose da conservare  in frigo e averne una piccola scorta da utilizzare nei giorni di pigrizia.

Solitamente per la base di queste zuppe utilizzo il porro, che tanto amo, per questa volta ho preferito la cipolla rossa. Volendo potrete far soffriggere le verdure  prima di unire l’acqua, in questo caso ho limitato la presenza di grassi poichè ho usato anche il guanciale, mettendo a cuocere tutto insieme.Alla fine della fiera, piccole sostituzioni che non hanno affatto alterato il sapore solito.

Pronti a replicarla?

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Vellutata di zucca baccalà e guanciale di suino nero Lucano

Per questa ricetta ho usato il guanciale di suino nero lucano, una famiglia di maiali autoctoni che vive allo stato semibrado.

Azienda Brigante Lucano alleva i propri animali nutrendoli naturalmente e ogni singolo pezzo di carne viene lavorato a mano con metodi tradizionali.

INGREDIENTI

  • 2 Patate medie a pasta gialla
  • 800 g di zucca
  • 300 g di Baccalà dissalato
  • 1 cipolla rossa
  • olio sale e pepe q.b.
  • 4 fettine di guanciale di Suino nero Lucano
  • 1 rametto di timo
  • semi di papavero q.b.
  • 200 g di pane raffermo

PROCEDIMENTO

  • Iniziate, pulendo tutte le verdure. Sciacquate  la zucca privandola della buccia e riducete a pezzi grossolani.
  • Pelate e tagliate a pezzi anche le patate.
  • Infine la cipolla  rossa e tagliatela in 2 parti.
  • In una casseruola abbastanza alta mettete tutte le verdure, un giro di olio e versateci dell’acqua a filo verdure (il famoso tocca non tocca ).
  • Accendete il fuoco a fiammella bassa e lasciate andare sino a che tutto si sia ammorbidito, aggiustate di sale.
  • Aggiustate di sale e  pepe.
  • Nel frattempo che la vellutata cuoce, scottate il guanciale che avrete affettato precedentemente e nella stessa padella bruschettate il pane, riducetelo a  tocchetti  e lasciate da parte.
  • In una padella rovente, adagiate i filetti di baccalà e scottate sino a caramellare la pellicina.Terminata la cottura lasciate riposare.
  • Frullate la zucca con il minipimer emulsionando con un filo di olio crudo.
  • Versate la vellutata in una terrina da zuppa, adagiate i pezzi di filetto, poi è il turno del guanciale arrostito e infine guarnite con timo e semi di papavero.
  • Potrete accompagnare questa deliziosa zuppa con dei crostini di pane.Siete pronti per l’assaggio.
  • Buon appetito!
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Si fa presto a dire pomodoro!

Si fa presto a dire pomodoro!

Ma avete mai pensato a quante varietà di pomodoro esistono?

Oggi non è certo come una volta, quando sulle sedie all’angolo della strada in piena estate si mostravano le ricchezze della propria terra. Tutt’al più si esponevano dei San Marzano e qualche pomodorino, la Signora dirimpettaia forse avrebbe richiesto quelli più maturi per fare la salsa, oppure, la Signora  Ninetta, della strada più sopra ne avrebbe richiesti di più acerbi per l’insalata o per le friselle da preparare al marito.Di certo il repertorio si sarebbe fermato su una scelta molto più limitata rispetto a quella odierna.

In un’era dove  il food e la cucina dei grandi chef la fanno da padrona, dove a casa come nei migliori ristoranti del mondo si vuole avere la scelta e la possibilità di divertirsi in cucina, testando nuovi sapori, forme e colori, la piazza propone pomodori di ogni sorta dai gialli, rossi, verdi, agli striati, arancioni , piccoli, medi, a punta, giganti, e chi più ne ha più ne metta.

Di certo difficile farsi largo in un mercato in piena competizione, ma quando a richiederlo è un’ecotipo tradizionale come il pomodoro cannellino flegreo che  rischia di perderne la presenza, nasce a sua difesa un’associazione  di nove coltivatori.

Giovanni Tammaro, presidente della neonata associazione, negli ultimi tempi stava registrando un calo della produzione di questo ecotipo locale, ha voluto così, richiamare l’interesse dei coltivatori a non perderne del tutto la produzione.

napoli ,pomodoro cannellino flegreo

Press tour all’ Acropoli di Cuma, Pozzuoli.

In occasione del Press tour, invito ricevuto dalla giornalista Floriana Schiano Moriello, tenutosi il 24 Settembre a Pozzuoli, per presentare la neonata Associazione pomodoro cannellino flegreo, ho avuto l’onore di prender parte a questa giornata full immersion sulla conoscenza di questo ecotipo locale.

Ho visitato il territorio che lo ospita, incontrato la gente che ci opera e lo difende proprio come ogni genitore farebbe con il figlio.Si! Perchè è proprio  questo che ho respirato, perseveranza, orgoglio e  tutta la voglia di raccontare non solo un prodotto bensì il lavoro e le fatiche che ne seguono.

Ore 17, Pozzuoli, Acropoli di Cuma

Il nostro tour parte dal sito Archeologico, luogo storico che accoglie alcuni dei campi di pomodoro, dove abbiamo ammirato  i resti di Kýmē.

Cuma è stata la prima colonia greca della terraferma, fondata nel lontano 730 a.C. dai Greci che ne fecero un’ottima base di partenza per le rotte verso l’Occidente, per divenire nel  VI sec. d.C.  un importante centro cristiano e per esser poi distrutta nel 1207 dalle armate di Napoli.

All’interno del parco abbiamo poi visitato  l’Antro della Sibilla, una galleria suggestiva, realizzata in tufo di forma trapezoidale e utilizzata per scopi militari. La visita guidata ha raggiunto poi  il punto più alto del sito archeologico, passando attraverso percorsi alberati, paesaggi e panorami da togliere il fiato, non molto lontano il mare e la freschezza della sua brezza.

 

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Pomodoro cannellino Flegreo

Proseguendo e riscendendo a valle siamo arrivati nei campi coltivati dove ad attenderci l’agronomo e alcuni dei rappresentanti dell’associazione hanno ampiamente raccontato tecniche di produzione e caratteristiche legate al pomodoro cannellino flegreo.Pare che la sua origine risalga alla fine dell’800 e il pedoclima della zona, caratterizzato da terreni vulcanici e sabbiosi e la vicinanza al mare, lo rendano un prodotto peculiare.

Il nome di cannellino deriva dalla sua struttura portante, realizzata interamente a mano in canne di bambù.

Una volta nei campi siamo stati pervasi da un profumo fresco ed erbaceo tipico del pomodoro e accolti dai loro produttori che ci hanno accompagnato per tutto il percorso.

Il pomodoro cannellino si caratterizza innanzitutto perchè il suo seme non è un ibrido (viene tramandato di generazione in generazione).

Il suo colore è rosso intenso, di  forma oblunga con una strozzatura nella parte apicale, ma ciò che rende speciale questa eccellenza  è la presenza di una pellicina ridotta ai minimi termini, il suo gusto dolce e la polpa spessa e soda.

 

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pomodoro cannellino flegreo, salsa, napoliIl pomodoro cannellino Flegreo in cucina

Quale migliore espressione e racconto di un’eccellenza se non in cucina? Grazie alla maestria di chef e pizzaioli locali abbiamo degustato piatti tradizionali e rivisitati che hanno esaltato  il gusto semplice del pomodoro.Dalla pizza montanara al carpaccio di manzo e maionese di pomodoro, alla spugna di cannellino e latte di bufala affumicato, tartare di manzo bruciata alla pizzaiola, mousse glassata al pomodoro e crumble al basilico e per ultimo e non ultimo il mio preferito in assoluto, pane, olio e pomodoro.

In un’atmosfera di festa, tra balle di fieno, lucine tutto in stile country non poteva mancare dell’ottimo vino (Tenuta Matilde Zasso) e della birra artigianale (Kymè) prodotta da mandarini, percoche puteolane e mele annurche e a lasciarci il ricordo di una giornata emozionante e l’augurio di un mercato sempre più fiorente per questo eccellente pomodoro.

 

pomodoro cannellino flegreo

pomodoro cannellino flegreo

 

plumecake, mirtilli
FOOD

il plumcake del dolce rientro

Il plumcake del dolce rientro è legato al mio stato di rientro alla normalità.

Nessun allarmismo, non temete!

Chi di voi mi conosce, ben saprà la frenesia e lo stato di agitazione e stress che mi porta l’estate.Ricominciare a sfornare e dedicare del tempo a ciò che più mi piace fare ha un significato ben preciso nella mia umile e semplice esistenza: tempo libero, zero stress, benessere, super felicità.

Di solito sono una persona abbastanza creativa, le idee a volte mi sbucano da un nulla, mi accade poi poi di andare in catalessi, diventare una vera tabula rasa se impegni e stress  affollano la mia mente.Non accade lo stesso anche a voi?

Il piacere di cucinare

L’azione  del preparare un dolce da colazione è sicuramente un gesto d’affetto verso gli altri ma in questo caso lo è anche per me stessa.

Ne ricavo un gran piacere a dedicarmi del tempo per il buono, sano e piacevole da vivere.

Come sempre le mie ricette sono un pò di recupero, quel mitico copia e incolla, sposta e rimetti, un pò  svuota frigo, un pò “non ho un cacchio in casa” e allora con i pochi ingredienti realizzo qualcosa di davvero interessante.

Pronti a rendervi felici per la colazione di domattina?

 

 

plumecake, mirtilli,

Questo plumcake si prepara davvero in pochi minuti e non avrete bisogno di planetarie o quant’altro, semplicemente una boule, una frusta e una buona dose di volontà per prepararlo.

In altre occasioni o stagioni potrete aggiungere degli ingredienti a vostro piacimento.

plumecake, mirtilliplumecake, mirtilli

Base in marmo di Carrara Marmolove

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PLUMCAKE  ALLO YOGURT, MIRTILLI ROSSI E TIMO

Per la realizzazione di questo dolce ho usato farine speciali per dolci lievitati di molino Pasini

INGREDIENTI

  • 2 uova bio
  •  80 g di zucchero di canna
  • 2 vasetti di yogurt naturale o ai frutti rossi (circa 250 g)
  • 100 ml olio di semi
  • 250 g di farina per dolci lievitati Molino Pasini
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • due rametti di timo
  • una manciata di scaglie di mandorle
  • marmellata di mirtilli rossi/ frutti di bosco

PREPARAZIONE

  • Con una frusta montare bene le uova e zucchero sino a renderle spumose
  • Unire yogurt e olio a filo e mescolate dal basso verso l’alto senza far smontare l’impasto.
  • Setacciate farina e lievito ed unite poco alla volta al composto prestando attenzione a non smontarlo.
  • Imburrate e infarinate lo stampo da plumcake oppure usate della carta forno, versate delicatamente il composto e solo per ultimo unite al centro dei cucchiaini di marmellata.
  • Finite con delle scaglie di mandorla e le foglioline di timo ( volendo potreste metterle anche nell’impasto).
  • Infornate dopo aver preriscaldato a 180°C e fate cuocere per circa 15 minuti. Ricordate sempre la prova dello stecchino è sacra per accertarvi che siano ben cotti.
  • Lasciate raffreddare prima di assaporarlo e volendo potrete finire il dolce con una leggera spolverata di zucchero a velo.

 

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FOOD

La marmellata di uva e lo slow food

La marmellata di uva e lo slow food cosa hanno in comune?

Semplice, questa ricetta  racchiude in sè tutta la filosofia dello slow food, dal rispetto dell’ingrediente, alla stagionalità, alla lenta preparazione e al piacere.

La marmellata di uva, custode di una cultura e della sua terra, la mia, quella Lucana.

Torno a scrivere e postare dopo qualche settimana di assenza ma giustificata da giri di lavoro per nuovi progetti e nuove idee.Rientro desiderato che mi riporta alla quotidianità, alle mie cose, ai miei affetti, alla mia cucina, insomma a quello che mi fa stare bene.

Riflettevo proprio l’altro giorno sulla ricetta da proporvi per questo inizio d’autunno che racchiudesse tutta l’idea di cucina lenta, calda e che soprattutto avesse un carattere regionale.

Ebbene si!

Ho deciso che per quanto mi sarà possibile voglio iniziare a raccontarvi un pò più delle ricette della mia Lucania e attraverso loro mostrarvi un’altra faccia di questa meravigliosa terra.

Ed ecco che subito mi si è presentata la ricetta, quale migliore idea della mitica “Acinata” per le proposte autunnali? Sii! Acinata o acinato, deriva da acino e sta proprio per marmellata di uva, dove ogni chicco viene scelto, tagliato in due parti, accuratamente denocciolato  pronto per la cottura.Durante la vendemmia, si raccoglievano gli acini e da questi ne realizzavano questa marmellata che sarebbe servita poi da ripieno ad un tipico dolce natalizio Lucano, i panzerotti con acinata.

 

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Dall’archivio di famiglia

Lo confesso questa è la ricetta di mia mamma che come tutte, conserva gelosamente in quel diario unto e consunto dal tempo e che per buona causa le ho sottratto.

Divulgare il buono e il bello non è forse cosa buona?

Questo inizio d’ autunno cosi trionfante e fresco non poteva non esser accolto da una ricetta di questa natura.

Dall’archivio ricette di famiglia, questa rientra tra le marmellate più realizzate in Basilicata e forse in tutto il sud Italia.Una marmellata che richiede tempo e pazienza per prepararla ma sa anche regalare gioie e soddisfazioni al palato.

 

marmellata, uva, slowfood

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                                                                                     tegami in rame artigianato puro Bottega Donnini

 

  MARMELLATA DI UVA “ACINATA”

Questa ricetta sarà perfetta per la preparazione di crostate e dei dolci natalizi che vi proporrò per questo Dicembre.

L’uso della carrube è facoltativo serve a dare un profumo particolare e deciso a questa marmellata ma non disperate nel caso non riusciste a trovarla.

INGREDIENTI

  • 2 KG di UVA
  • 400 g di ZUCCHERO
  • 1 CARRUBE

PREPARAZIONE

  • Lavate l’uva accuratamente, privatela dei raspi, dividete gli acini in due parti e denocciolatela.
  • Mettete l’uva, lo zucchero e la carrube divisa in due in un tegame capiente e fate andare a fuoco lentissimo e a fiammella bassissima sino a quando l’acqua si sarà del tutto consumata, ci vorranno delle ore prima che sia pronta.
  • Eliminate la carrube dalla marmellata e procedete con l’invasatura.
  • Per la conservazione, sterilizzate dei barattoli in acqua bollente e lasciateli raffreddare testa in giù su di un canovaccio.
  • Versate la marmellata calda nei barattoli, chiudete e capovolgeteli.
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FOOD

Settembre un nuovo inizio, frangipane ai fichi

Settembre un nuovo inizio, frangipane ai fichi arriva ad onorarlo.

Mi chiedo da sempre perchè arrivato settembre un pò tutti comincino a parlare già di autunno con sottile velo malinconico, di pigrizia nel voler ricominciare, di stanchezza dalle vacanze e tutto sembra tingersi di grigio.Potremmo vedere questo mese da un altro punto di vista?

Eh si! Perchè un’altra visione è possibile.

Iniziamo dicendo che a settembre è ancora estate e che in questo mese il mare lo si gode molto più che in Agosto.Tutti sono quasi rientrati, le spiagge sono più libere, i servizi sono al top, tutto costa molto meno e poi vogliamo parlare di ciò che trionfa dalle campagne per poi finire sulle nostre tavole e nelle nostre pance?

Canestri di uva freschissima, melagrane, funghi e fichi che sembrano esser usciti da un quadro del Caravaggio.Settembre il mese per dedicare del tempo a se stessi, tutto riprende il normale ritmo che per quanto consueto e forse noioso è pur sempre un ritmo umano e non frenetico come quello della piena estate.

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Settembre è anche il mio mese sarà per questo che forse lo amo, è come una e.mail  a sorpresa appena aperta che comunica nuovi progetti e grandi novità, il mese per riprendere la vita in mano per poi rimettersi in gioco, il mese  delle raccolte del frutto maturo, delle pigiature, dell’aria che profuma di vino, di terra umida, di frutta che cuoce, di fichi d’india e nuove ispirazioni.

Settembre il mese dell’aria fresca, della luce limpida e del sole caldo ma non troppo, il mese del brusio, del vociare e del contemplare.

Settembre  per rimettersi a i fornelli, avere il tempo di cucinare sorseggiando del vino e condividere il tempo con gli affetti.

In dono un cesto  e la ricetta di questo meraviglioso dolce frangipane ai fichi  che ho preparato aiutando mia sorella.

Con l’augurio che sia per tutti voi un nuovo e grande inizio, qui di seguito trovate la ricetta .

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CROSTATA FRANGIPANE AI FICHI

Per questa torta ho ricevuto in dono una cultivar di fichi tipica della Basilicata e del Materano in particolare, il fico rosa di Pisticci.

INGREDIENTI

Per la base vedi la ricetta una canon al posto..

Crema frangipane

  • 100 g di burro
  • 80 g di zucchero a velo
  • 2 uova medie
  • 100 g  di farina di mandorle
  • 40 g di farina 00
  • scorza di mezzo limone bio
  • 5 fichi fresci
  • Mandorle in scaglie
  • Sale, miele e zucchero di canna qb

 

PREPARAZIONE

  • Iniziate dalla base della frolla.Potete utilizzare quella che fate di consueto per le crostate  oppure seguire la mia ricetta nel link sopra segnalato.
  • Dopo averla fatta riposare in frigo stendetela in una teglia di 24 cm e bucate con i rebbi di una forchetta la base della frolla.
  • Procedete alla realizzazione della crema frangipane.
  • Montate con fruste o planetaria il burro morbido e lo zucchero sino ad ottenere una spuma.
  • Aggiungete un uovo per volta continuando ad amalgamare ed infine le farine e la scorza di limone.
  • Mescolate sino ad ottenere una crema omogenea.
  • Versate la crema sulla frolla e dopo aver lavato i fichi con la buccia tagliateli e li disponeteli a piacere sulla torta.
  • In una ciotola mischiate le scaglie di mandorla con un cucchiaio di miele un pizzico di sale e dello zucchero di canna.
  • Versate le mandorle sulle torta, doneranno un gusto croccante al vostro dolce.
  • Infornate a 180°c in forno statico per circa 40 minuti.
  • Lasciate raffreddare prima di assaggiare.
FOOD

Agosto, Non ti riconosco!

 

E’ trascorso del tempo quando amavo l’estate e non vedevo l’ora che arrivasse! Agosto, Non ti riconosco!

Qualcosa dev’essere accaduto nel mentre.Vediamo, provo a fare il punto della situazione.

1 Sono cresciuta.

2 Gli impegni sono cambiati.

3  Ho  intrapreso dei lavori che proprio in Agosto non mi danno tregua.

Bene, direi che sarà per questo?

Mentre per molti è il periodo dell’anno più atteso (e non dite di no, che vi vedo svolazzare sulle barche e  lunghi lunghi ad arrostire le vostre pellicine), dicevo, per me questo è il mese che non lascia il tempo di guardarmi allo specchio, di rendermi conto che fuori c’è un mondo in vita, eventi, serate e chi più ne ha più ne metta.

Mi manca il tempo per far qualsiasi cosa,  figuriamoci per cucinare. Sarà per questo che  proprio non lo amo?

Sono lontani i ricordi d’ estati trascorse a bivaccare, chiacchierare con amici tra un aperitivo e risate, di pomeriggi leggeri  decidendo dove trascorrere la sera….ok, per oggi può anche bastare!

L’idea delle ricette delle insalate fresche e veloci nasce anche da questa esigenza di preparare qualcosa in mancanza di tempo.

Oggi l’ultima delle mie ricette di agosto, ancora una volta un mix tra frutta e verdura, freschezza e dolcezza.

Pronti a replicarla?

Una curiosità, alzi la mano chi è nel club delle lavoratrici d’agosto?

 

burrata

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INSALATA DI POMODORINI, UVA, TARALLI E BURRATA

Questa ricetta contiene dosi per due persone

INGREDIENTI

  • 10 pomodorini ciliegino
  • 5 pomodorini camone
  • un grappolo di uva nera
  • 1 burrata piccola
  • 50 g di rughetta
  • 10 taralli
  • foglie di basilico
  • sale olio evo e origano qb

PROCEDIMENTO

  • Lavate tutti gli ingredienti.
  • Tagliate i pomodorini e qualche chicco di uva  in due parti.
  • Mettete tutto in un’insalatiera e unite la rughetta e il basilico.
  • Condite con olio, sale e origano e girate sino ad amalgamare bene tutti gli ingredienti.
  • Terminate con basilico, taralli spezzati e la burrata divisa in due.
  • Non resta che provarla e farmi sapere cosa ne pensate.
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FOOD

una nuova insalata al sapore di fichi

 

Sopraggiunge come un sogno questa nuova ricetta d’insalata al sapore di fichi!

Signò! l’ mel l’ per l’ meeel , l’ vuoj?”

Così cantava dal retro del suo banco il buon caro Tonino e sapeva tenerle allegre le sue signore che tutte la mattine si recavano da lui e sgomitavano per ricevere i complimenti migliori oltre che la sua ottima frutta.

Era il suo modo per attirare le clienti e tenerle strette al suo business.Tonino, quell’uomo bassino ,malconcio, uno che la vita l’aveva vissuta nei campi, riservava battute anche per  me.

Di mattina presto, d’estate quando il sole non era ancora tanto caldo e le cicale non avevano messo il turbo, con mia nonna, mano nella mano a passo sostenuto raggiungevamo il suo banco.

Puntualmente quando mi vedeva, la sua battuta : ” Agnurucatizz attizz attizz u’ fuoc’ cosa ti do stamattina?”

Ad aver capito cosa mi diceva, magari non gli avrei riservato quel mio solito broncio tra l’offesa e il dispiaciuto.

“Chissà cosa voleva dirmi, nonna, perchè , Tonino mi chiama così?” Lei sorriddeva e lasciava che restassi con quel pensiero sino alla volta successiva che puntualmente si riproponeva allo stesso modo.

Dal suo banco e quello del mercato tutto, veniva fuori un odore di terra, vegetale, pomodori, acre di frutta, ogni ben di Dio era li sopra e in quel frangente si svolgeva la parte social di molte donne.

Si disquisiva sul come hai preparato questo, cosa cucini oggi, come sta la famiglia e non mancava mai il pettegolezzo del giorno.

Si rientrava a casa sempre di corsa, per il timore di incontrare quel sole che troppo alto avrebbe recato qualche abbassamento di pressione.

Dopo la spesa, si procedeva a realizzare il pasto del giorno che chissà com’è, durava sempre tutto una mattina.

Lontana da questi ricordi e dalla possibilità di disporre di tutto questo tempo, vi giunge la seconda delle mie ricette veloci, fresche e facili da preparare, quelle del mese d’agosto, no?

 

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INSALATA DI FICHI E CAPRINO

INGREDIENTI

  • 6 Fichi (Insalata per 2 persone)
  • 250 g di caprino
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • 20 foglie di basilico fresco
  • Una manciata di semi di papavero
  • Una generosa manciata di mandorle tostate
  • Olio evo e sale qb

PROCEDIMENTO

  • Lavate bene i fichi e tagliateli in più spicchi.
  • Adagiateli in una boule capiente e unite il caprino a pezzetti, la cipolla affettata a rondelle  e le foglie di basilico.
  • Finite con olio extra vergine d’oliva, sale, semi di papavero e mandorle tostate.
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Insalata d’anguria, un affare estivo

Insalata d’anguria non può che essere un affare estivo!

Ma vi  pare che con questo caldo ci si possa mettere ai fornelli? Certo! Si potrebbe anche, ma sarebbe un suicidio autorizzato.

Come promesso e di già annunciato sui social, la mia prima estate con voi da blogger, il mio “Accade in tavola” non andrà in vacanza.

Tutto il mese di Agosto ci sarò per farvi compagnia, punzecchiarvi, tenervi d’occhio e dispensare qualche chicca sulle mie ricette fresche veloci e un pò svuota frigo, quelle che naturalmente preparo quando il marito non c’è.

In questo periodo lo ammetto faccio fatica anche ad andare al mercato, cerco pertanto di ottimizzare tutto e proprio l’altro giorno mentre ero alla ricerca di un’illuminazione per il pranzo del giorno mi son detta : ” perchè non preparare un’insalata che abbia all’interno frutta e verdura?”

Eh Ta daaaa! Eccoti bella e servita la ricetta, pronti a replicarla?

 

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INSALATA D’ANGURIA, POMODORINI E CETRIOLI

La cucina è il miglior laboratorio dove testare nuove ricette e sperimentare abbinamenti.Questa, era per me la prima volta di un’insalata con anguria.A dire il vero dentro ho messo un bel pò di roba che mi incuriosiva.Il pomodorino ha dato la parte acida, l’anguria la dolcezza, il cetriolo  e basilico la freschezza e infine le mandorle hanno donato croccantezza al piatto.

Ps. il mio consiglio di non usare pomodorini molto acidi, prediligete i datterini quelli gialli.

INGREDIENTI

  • 6 POMODORINI CILIEGINO
  • UNA BELLA FETTA D’ANGURIA
  • UN CETRIOLO
  • UNA MANCIATA DI MANDORLE TOSTATE
  • 6 FOGLIE DI BASILICO FRESCO
  • UN CUCCHIAINO DI SEMI DI PAPAVERO
  • OLIO EVO, SALE ROSA , PEPE NERO QB

PROCEDIMENTO

  • Lavate accuratamente i pomodorini, i cetrioli.
  • Tagliate a pezzi i pomodorini, sbucciate i cetrioli e affettateli per unirli all’insalata.
  • Nel frattempo pestate le mandorle tostate in maniera grossolona e tagliate una fetta d’anguria a piccoli bocconcini.
  • Unite il tutto, le foglie di basilico , semi di papavero, sale e pepe, un bel giro di olio evo delicato e girate con cura.
  • Solo per ultimo unite le mandorle in modo che non si inumidiscano troppo.
  • Ecco siete pronti, se avete anche un bel bicchiere di vino bianco fresco, sono certa che farete uno dei pranzi più freschi dell’estate.
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TRAVEL

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Arriva l’estate, il momento di riposare, di lasciare i pensieri sul comodino di casa in città e liberarsi di pressioni, stress, stanchezza accumulate durante tutto l’anno e dedicare del tempo a se stessi e alle persone a noi vicine.
L’estate e le vacanze devono permettere di rigenerarci, regalarci emozioni, accrescere la nostra cultura e farci  trovare nuove energie da riutilizzare una volta rientrati.

Proprio l’altro giorno, discorrendo sul tema viaggio, con un cliente francese, in ferie con sua moglie, mi faceva notare del suo piacere di far riposo durante un viaggio e sottolineava le differenti tipologie di vacanziere, dividendole in due categorie.
Avete mai riflettuto a quanti modi esistono di far vacanza?

Mi parlava di quella “da turista“, dove tutti visitano tutto ciò che c’è da scoprire di un luogo, coloro che frequentano i posti più cool a tutti i costi anche se super affollati, quelli che si fanno prendere dalle guide, che seguono alla lettera ciò che gli è stato suggerito senza prendersi cura del proprio piacere di vivere un viaggio e di decidere alla giornata secondo propria emozione. L’altro tipo di vacanza è quella del “viaggiatore“, un’azione più lenta e meditativa, svolta in luoghi meno conosciuti, dove vivere una comunità nei mercati, per le strade, nelle botteghe ha la priorità, dove conoscere la gente comune e i suoi racconti
ha un suo perché, dove imboscarsi nel retro di una bettola per assaggiare quello che gli altri non mangiano ha un’emozione
che nessun  ristorante può regalarti.

Per farla breve Joseph si riferiva ad un viaggiare cosciente, sano, autentico, alternativo che va oltre il conoscere mare e bellezze.

Addentrarsi nel mood e nel vivo della cultura di un popolo viene prima di ogni cosa perché sa regalare
il vero sapore del vivere l’altro.

Bene! Dopo questa piccola prefazione sulle differenze del viaggiare, mi soffermerò sul raccontarvi la mia.

Non so voi, ma io vado sempre in crisi al momento di programmarne una.

A) sempre troppo pochi i giorni a disposizione.

B) tremila posti nuovi da voler visitare.

C) e non meno importante la parte economica da tenere sott’occhio.

Così mi ritrovo a dover scegliere in una rosa di posti davvero limitata. La fortuna vuole che vivo a due passi da una regione che regala grandi bellezze e in meno di un’ora di strada sono come alle Maldive.

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Puglia e Salento negli ultimi decenni sono meta per turisti di tutto il mondo, in modo particolare la costa,
proprio per la presenza del mare cristallino, sabbie bianchissime, lidi alla moda, relais e masserie di gran charme.

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Ancora una volta, mi sono lasciata trasportare dal sentimento per questo viaggetto e il cuore mi ha portato in un luogo magico.
A pochi km da Manduria in provincia di Taranto è possibile vivere le spiagge paradisiache di Campomarino  e San Pietro in Bevagna, lingue bianchissime di sabbia lasciano alle spalle una macchia mediterranea dai colori che virano dal verde scuro al brillante e in altri punti rocce che riflettono la luce. Se siete da queste parti non preoccupatevi di lettini, ombrelloni e quant’altro, mare e natura sono talmente belli che vorrete restare in acqua per bagni lunghissimi oppure godervi il paesaggio facendo camminate rigeneranti per la vista e per il corpo.

Addentrarsi nei paesini limitrofi come Sava, San Pancrazio, Fragagnano, Avetrana può riservarvi delle grandi sorprese,
come ritrovare degli anziani che alle 17 del pomeriggio siano per strada a giocare o a sorseggiare un bicchiere di buon primitivo e che, chiedendogli indicazioni stradali, vi conducano in casa loro per farvi assaporare quel famoso nettare
che loro stessi hanno prodotto.

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Come per gran parte della Puglia anche questa zona gode di una campagna selvaggia e nel bel mezzo di questa natura
nasce una masseria che volutamente ho scelto di visitare.

Da qui parte il mio viaggio, fatto di  un luogo, si tra i più ricercati, ma soprattutto carico di semplicità e bellezza
della gente che lo abita, fatto di racconti, confidenze, emozioni e autenticità.

Lascerò spazio alle mie immagini per raccontarvi del mio viaggio.

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Soggiornare a Masseria Potenti, essere accolti dalla travolgente Maria Grazia, da sua figlia Chiara e il marito,
non è un semplice benvenuto. Da loro si entra a far parte di una famiglia dove ogni angolo più nascosto della masseria viene vissuto e condiviso da tutti. La cucina non è luogo fatto solo di cibo, bensì contenitore di storie e di insegnamenti
di ricette della tradizione pugliese.

Si respira aria di genuinità, semplicità, ogni dettaglio ricercato e voluto. Oggetti ed enormi mobili della tradizione Salentina vestono l’intera masseria, gli arredi degli interni si prolungano all’esterno, antichi materassi diventano sedute, vecchie gabbie accolgono fiori di campo e ortaggi raccolti personalmente da Chiara e Maria Grazia. Gli occhi si perdono, non sanno dove guardare, ogni angolo racconta una storia, la storia di questa famiglia e il segno indelebile del passaggio dei loro ospiti.

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